Compleanno del Bullone: nove anni di arte, musica e resilienza insieme ai B.Liver
Nove anni, caro giornale, nove anni che siamo insieme, nove anni che ci tieni insieme.
Tu, caro mio, apparentemente sei «solo» carta stropicciabile, inchiostro, parole, disegni, immagini, nomi.
Ma dentro conservi un dizionario prezioso di storie. Le nostre e di tutti coloro su cui siamo, con tanto lavoro e un po’ di fortuna, inciampati.
Tu, caro giornale, sei vivo. Sei pieno. Sei vero. Sei libero.
Sei nato da un incontro, come tutti noi.
Un incontro che ha fatto nascere un’idea spontanea, autentica, necessaria, che si è trasformata in una promessa, apparentemente impossibile, poi diventata possibile.
Tenuta viva da altre migliaia di incontri che si sono susseguiti. Alimentata dalla passione, dal desiderio, dal bisogno, dalla fiducia.

Immagine realizzata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.
Questa tua prima pagina del dicembre 2015, vista oggi, ci fa pensare, ancora.
«Aiutiamo chi fugge dalla guerra», titola la nostra prima intervista.
Filippo Grandi, appena nominato Alto Commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite viene a trovarci nella nostra «redazione» di Porta Romana, e ci parla della necessità di rimanere umani.
Di toccarci e farci toccare. Di sentirci tutti partecipi della grande comunità umana a cui – anche senza volerlo – apparteniamo. Di comprendere e accogliere le storie dell’Altro, andare oltre stereotipi, tabù e paure.
Che titolo faremmo oggi, in questo 2024 dove le guerre regnano imperterrite?
Sarebbe attuale, ahimè, ancora. Anzi, forse oggi dovremmo titolare «Aiutiamoci a fuggire dalla guerra. Creiamo una Storia di pace».
In questa prima pagina di nove anni fa, abbiamo dato il via alla nostra linea editoriale.
Una direzione che tiene salda l’autenticità del pensiero, che al Bullone nasce sempre e solo dal confronto. Da mettere insieme le esperienze di vita, di tutti coloro che hanno il desiderio di esprimersi e di mettere in discussione i propri schemi.
Caro giornale, dal 2015 in ogni tua pagina cerchiamo di unire grandi personaggi della nostra società e cultura, anche oltreoceano, con le domande, il punto di vista, le storie dei ragazzi della Fondazione, ma anche di tutte le persone che al Bullone si sentono libere di fermarsi.
Caro giornale, tu devi chiudere ogni mese, ma trovi il tuo senso più profondo nel non chiuderti mai in te stesso, rimanendo sempre aperto all’incontro, trasformandoti costantemente con coraggio per entrare anche nei luoghi scomodi, negli angoli apparentemente bui delle nostre esistenze, nelle fragilità del nostro tempo, cercando sempre quella strada di speranza che si costruisce solo unendoci e imparando ad ascoltarci con umiltà e onestà.
Caro giornale, buon compleanno dalla comunità dei tuoi giornalisti sociali.
– Sofia Segre Reinach
“In questa prima pagina di nove anni fa, abbiamo dato il via alla nostra linea editoriale.
Una direzione che tiene salda l’autenticità del pensiero, che al Bullone nasce sempre e solo dal confronto. Da mettere insieme le esperienze di vita, di tutti coloro che hanno il desiderio di esprimersi e di mettere in discussione i propri schemi.”