Capodanno 2999: una notte di luci, festa e oscure domande sul futuro
Celebrare l’ultimo giorno dell’anno è qualcosa che le persone nel 3000 si dimenticheranno in fretta di fare, non chiedermi il perché. Ma non siamo nell’anno 3000, non ancora.
Così anche questo Capodanno farò quello che faccio ogni anno da quando sono diventato adulto. Mi sveglierò nel pomeriggio, metterò qualche vestito, sorriderò allo specchio, poi sveglierò mia moglie. Protesterà, ma non ci farò caso. Le prenderò la mano e usciremo di casa. Siamo fortunati ad avere una casa, ma viviamo in un mondo fortunato, pieno di persone fortunate.
Detto questo, lasceremo la casa con le luci accese. Tutti lo fanno, dobbiamo colorare le nostre strade. Lasciamo che le nostre case brillino nella notte, tutta la notte, così chiunque venga da lontano potrà rimanere incantato, entusiasta. E quando torneranno a casa lo racconteranno ai loro amici, così l’anno prossimo verranno ancora più persone a sorridere e a godersi la festa.
Questo giorno è simbolico, perché in tutto il mondo le festività religiose sono morte da tempo, ma questo non significa che le persone abbiano perso la fede. È solo stata riposta in cose migliori, come in altre persone. Potresti cercare risposte che il mondo non è in grado di darti, ma questo non dovrebbe fermarti dal porti quelle domande. Chissà dove potresti arrivare…
Dov’ero rimasto? Ok. Esco di casa con mia moglie, lasciando le luci accese. Come dicevo, nessuno celebra più festività, quindi il Capodanno è diventato l’unica vera festa globale. La gente si prepara mesi prima, organizzando tutto per una settimana di rilassamento e di esperienze gioiose. È successo che sono nato e cresciuto in una delle destinazioni turistiche più visitate al mondo. Mentre camminiamo, incontriamo due uomini che non parlano la nostra lingua, ma riusciamo comunque a capirci. Mi chiedono dove si trovi la Garlan Tower, indicando una strada su una mappa sbagliata. Spiego loro che questa mappa è di una città vicina, non di questa, ma prendo il telefono e mostro alcuni posti che potrebbero visitare qui vicino. Sorridono imbarazzati e spariscono sulla piattaforma spaziale.
«Dovremmo farlo anche noi, almeno una volta», mi dice lei, ma per un motivo o un’altro non lo facciamo mai, almeno non a Capodanno, ho sempre pensato che se tutto il mondo ti visita non c’è bisogno di viaggiare in giro per il mondo.
La piazza centrale è già animata, la festa inizia alle diciannove e continua tutta la notte fino all’alba successiva. Nessuno lavora per almeno un paio di giorni, così ci godiamo davvero tutto. Perché? Perché ce lo meritiamo. Se lavori duramente per dodici mesi, è più che giusto celebrare con passione la grande notte dell’anno. Tutti lo meritano.
Continuiamo a camminare osservando i giochi di luce della piazza, ogni volta come fosse la prima, perché gli occhi non si stancano mai della bellezza. Su un grande pannello c’è già il conto alla rovescia, con 5 ore all’anno 2999. Tra un anno arriverà il 3000, ed è folle pensarci. Il resto della piazza è illuminato da alcune opere d’arte create da artisti visuali, come uno stormo di uccelli in volo, o avatar performer di tutto il mondo che ballano diverse coreografie e si mettono in mostra in più posti simultaneamente. Camminiamo un po’ e troviamo l’angolo della piazza dove si trovano chef da tutto il mondo, ci avviciniamo a uno di loro: «Posso avere un fijrde con la panna sopra?», «Bene, signora. E per lei, signore?», «Un clørpat va bene, grazie», «Con o senza pepe verde?», «Se non è un problema…», «Nessun problema». Lo chef va dietro il negozio, sentiamo il rumore della piattaforma spaziale. «Un clørpat con pepe verde per lei, signore», «Grazie mille».
Dopo aver mangiato, mia moglie va a giocare ad un beer game mentre io decido di scrivere la mia riflessione sull’anno nella cabina segreta. La riflessione annuale è qualcosa che fanno quasi tutti: bisogna scrivere un pensiero anonimamente nella cabina apposita e quanto scritto verrà mostrato su un grande schermo in piazza. Mentre arrivo, vedo persone guardare quella sullo schermo e ridere.
Dopo di che, sono già le 23. I viaggiatori spaziali, quelli che vogliono celebrare il Capodanno di ogni fuso orario, arrivano in massa. La piazza si riempie di musica e iniziamo a ballare senza pensieri per l’ultima ora. Mentre il conto alla rovescia sta per arrivare, noto che alcune persone stanno osservando lo schermo delle riflessioni, così faccio lo stesso. È il mio messaggio: «Non l’ho mai detto ad alta voce, ma nel profondo so che nel 3000 noi tutti perderemo. Ora balliamo, festeggiamo, viviamo in pace, ma cosa succederà se il passato tornerà presente? Cosa succederà se un giorno le luci si spegneranno? Saremo in grado di lavorare insieme per riaccenderle? Ho paura di ciò che verrà dopo».
La folla riprende rapidamente il ritmo mentre mia moglie, che ha capito, mi guarda con occhi riprovevoli: «Dovevi proprio farlo ora?».
– Riccardo Russo
“La piazza si riempie di musica e iniziamo a ballare senza pensieri per l’ultima ora. Mentre il conto alla rovescia sta per arrivare, noto che alcune persone stanno osservando lo schermo delle riflessioni, così faccio lo stesso. È il mio messaggio: «Non l’ho mai detto ad alta voce, ma nel profondo so che nel 3000 noi tutti perderemo. Ora balliamo, festeggiamo, viviamo in pace, ma cosa succederà se il passato tornerà presente? Cosa succederà se un giorno le luci si spegneranno? Saremo in grado di lavorare insieme per riaccenderle? Ho paura di ciò che verrà dopo». La folla riprende rapidamente il ritmo mentre mia moglie, che ha capito, mi guarda con occhi riprovevoli: «Dovevi proprio farlo ora?».