Noi, look up: ritrovare le stelle tra macerie e speranza
Rileggo oggi “Noi, look up”, ennesimo bellissimo titolo del Bullone.
È del Febbraio del 2022. Vi si annuncia, nelle pagine interne, un’indagine svolta tra “esperti di comunicazione” di cui si anticipa il risultato:
“Dobbiamo guardare in alto, oltre”.
Il 24 di quello stesso mese sarebbe iniziata l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa.
Se oggi noi, look up, il nostro sguardo si perde nella polvere alzata da un mare di bombe, missili e crolli. Lì, a Gaza e ovunque.
Perdere la vista del cielo significa perdere la via di casa, perché – dalla cometa che guidava i Magi verso un bambino all’Orsa Maggiore che orientava Odisseo nel ritorno – le stelle ci hanno da sempre ricondotti al principio. Al luogo da cui tutto era cominciato, all’infanzia nostra e del mondo.
Torniamo alla sorgente perché ci dice chi eravamo in realtà, prima che i fatti della vita ci confondessero le idee. Prima degli errori, delle guerre e dei dolori.
Ma oggi Noi, look up e vediamo solo la coltre nera della polvere delle macerie.
Mi accorgo che su questa coltre nera proietto due cose: i miei ricordi e le mie paure. Tra la memoria di cose passate e la paura di quelle future, il presente è fatto così: non può essere né progettato né evitato. L’unica cosa è starci, come i Magi e Ulisse, perché il presente è sempre esistito.
Noi, look up siamo tutti, viaggiatori di ogni tempo sotto lo stesso cielo presente. Ed è un conforto per me pensare che su tutta la Storia e sui destini di ognuno, continuino a brillare le medesime stelle.
– Giovanni Covini
“Torniamo alla sorgente perché ci dice chi eravamo in realtà, prima che i fatti della vita ci confondessero le idee. Prima degli errori, delle guerre e dei dolori.“