Perché «Yolo(t)»? Che cosa vuol dire? «Yolo» significa «you only live once»: si vive una volta sola. Ed è riferito ai giovani. Già nello scorso numero del Bullone abbiamo puntato sul dopo Covid, «Cambiamo strada, rompendo gli schemi». Abbiamo preso il libro di Edgar Morin e discusso con i B.Liver. Stavolta il New York Times, e in Italia il Millionarie diretto da Eleonora Chioda, hanno voluto parlare del «si vive una volta sola».
Yolo (t) nella Gen Z
Noi del Bullone abbiamo aggiunto una t, la t di «together», insieme. Si vive una volta sola, ma insieme. Da soli, come ripetiamo spesso, non si va da nessuna parte. Negli Stati Uniti c’è voluta un’indagine sui giovani per capire se quello che stavano vivendo era quello che volevano vivere. Il 54 per cento della Generation Z sta valutando di lasciare il proprio lavoro. Cambiare? Significa realizzare un proprio progetto, cambiare lavoro, dedicarsi a una passione che potrebbe diventare anche uno sbocco professionale. Osare, osare e credere in sé stessi. Perché una delle lezioni della pandemia è proprio questa: se non ci buttiamo oggi nei nostri progetti, quando mai potremo realizzarli? «Sì a un’economia che invita a rischiare, – come scrivono su Millionarie -, a buttarsi in una nuova avventura professionale, o in una nuova scelta di vita in nome dei propri sogni e delle proprie passioni». Secondo il Bullone non saranno in molti ad abbandonare il proprio lavoro per cambiare. In Italia, per i giovani, la situazione lavoro è sicuramente diversa da quella degli Stati Uniti. Sempre nell’indagine del New York Times, il 34 per cento dei giovani italiani intervistati, desidera cambiare, compiere scelte più radicali, scegliere settori nuovi di lavoro, mettersi in proprio, ma anche avere relazioni diverse con gli altri. Anche questo è cambiare con lo spirito del «si vive una volta sola». Lavoro, ma anche amore e amicizie. Uno «Yolo» declinato dal Bullone secondo le esigenze dei nostri ragazzi. Per questo oltre a pubblicare pagine di giovani imprenditori che ce l’hanno fatta, proponiamo il presidente del CNR, Maria Carrozza e il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, Nicola Saldutti, caporedattore Economia del Corriere della Sera.
I mastri per ripartire
Prima di loro uno degli artisti più affermati in Italia e nel mondo, Emilio Isgrò. Poi Roberto Vecchioni, che ci spinge a sognare. «Quando sogni sei già dentro la realtà», ha detto ai ragazzi del Bullone. È il tempo dei giovani, vigileremo affinché non vengano strumentalizzati come dieci anni fa. Stanno arrivando fondi europei per finanziare progetti per gli under 35. Nel Recovery Fund preparato dal premier Mario Draghi per l’Europa, ci sono spazi anche per i ragazzi: la Carta della Next Generation Ue, tanto citata da Ursula Von der Leyen, esiste. A tal progetto corrisponderà una certa entità di fondi. La pandemia ci ha costretti a cercare nuovi equilibri. E l’Europa ha messo al centro l’ambiente, le donne e i giovani. Giovani, individuate uno scopo, una meta, un progetto verso il quale mettersi in cammino. Rischiate. Certo, si potrà anche sbagliare, ma si può anche ripartire. Si vive una sola volta. Fate questi progetti insieme ad altri amici, relazionatevi. Un’occasione formidabile per fare comunità e crescere insieme. Limitate il vostro profitto e puntate allo stare bene. Fate quello che potete, che riuscite a seconda delle vostre possibilità, ma fate anche pace con voi stessi se non arriverà il successo. Provate, questa è la stagione giusta. «Credete nella rinascita», come dice Nicola Saldutti.