I giovani di oggi: una speranza per il futuro

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Stando con i giovani si sente forte il richiamo: noi siamo il presente. I media parlano di giovani e futuro, ma loro indicano «l’adesso» sui diritti, l’ambiente, la scuola, il lavoro, la cultura, la trasparenza.

di Giancarlo Perego

Stando con i giovani si sente forte il richiamo: noi siamo il presente. I media parlano di giovani e futuro, ma loro indicano «l’adesso» sui diritti, l’ambiente, la scuola, il lavoro, la cultura, la trasparenza. Chiedendo anche la competenza a chi gestisce il bene comune. La Politica finge di ascoltarli, ma in fondo li snobba. La Politica non li capisce, non capisce che la voglia dei ragazzi di contare cresce sempre di più. Per questo Il Bullone durante la riunione di redazione per preparare questo numero del giornale, ha aperto il dibattito su «tu che cosa vorresti, che cosa faresti».

Nelle pagine che susseguono abbiamo cercato la sintesi del dibattito tra i ragazzi-cronisti del Bullone, ma durante il dibattito sono accaduti fatti nel mondo dove i giovani sono stati protagonisti. In Iran, una ragazza di 22 anni, Masha Amini, è stata uccisa dalla polizia perché aveva messo male il velo in testa. Sono scesi in strada migliaia di giovani iraniani per protestare contro questo delitto, per chiedere più libertà. Un’altra ragazza di 20 anni è stata assassinata. In Iran non è come in Italia o nei Paesi occidentali, se protesti in piazza vai in galera. Perdi la libertà che rivendichi. Puoi venire anche ucciso durante la protesta..

Anche in Russia hanno protestato tante persone, come altre volte contro la guerra in Ucraina. Anche qui la repressione è sempre forte. Ma sono questi giovani che ci fanno sperare, che si ribellano, che non ce la fanno più. Anche questo è il nostro presente, di fatti che comunque ci sbattono in faccia la non libertà.

A Roma, Milano, Firenze, Torino e in tante altre città italiane si sono svolte nei giorni scorsi imponenti manifestazioni per lo sciopero globale per il clima indetto in tutto il mondo dai Fridays For Future. Lo scopo della protesta è quello di riportare al centro dell’attenzione pubblica la crisi climatica e le soluzioni per affrontarla. In Italia circa 100mila persone hanno preso parte ai cortei di 70 città, dove i giovani hanno rivendicato il proprio diritto ad essere ascoltati e per portare proposte concrete dell’agenda climatica. In testa alle manifestazioni molti striscioni con la scritta «Resta pochissimo tempo prima che la crisi diventi irreversibile».

I giovani tra politica e progresso

Nel 2022 il diritto a una protesta pubblica viene vergognosamente negato. No opinioni, no proteste. Come possiamo stare in silenzio e non aiutare questi giovani? Come possiamo non accoglierli quando fuggono, attraversando deserto e mare, alla ricerca di Paesi migliori. Noi – l’Italia – siamo un Paese migliore. Ma dobbiamo ascoltare le fasce più giovani della popolazione, capire come comunicano, che cosa chiedono nel loro modo così frammentato, rispondere alle esigenze, ai bisogni. Così come cerchiamo di mettere al sicuro gli over 60, dobbiamo pretendere investimenti e regole anche per i giovani.

In queste pagine pubblichiamo degli articoli su che cosa i B.Liver chiedono. Un piccolo spaccato nel mondo dei fragili di cose che mancano. Ma anche i diritti, come il diritto dell’accoglienza, il mantenimento della 194, il diritto di proteggere chi ama chi vuole. Il diritto alla salute e a una pensione di invalidità che permetta di vivere. Abbiamo un giovane invalido che rinuncia al lavoro sottopagato perché riduce l’invalidità, una ragazza invalida che vuole lavorare a tutti i costi per sentirsi parte della comunità, un’altra ragazza che «ho una malattia genetica, non posso mangiare e bere, vivo con uno zaino in spalla con dentro il kit di sopravvivenza. Con 600 euro dove vado?».

E poi la scuola, l’ambiente. Come dice il professor Garattini, «la prevenzione parte da qui, dall’aria che respiriamo e da che cosa mangiamo». E poi ancora il lavoro che discrimina, che crea disagio con addirittura migliaia di giovani già occupati che si licenziano. Cambiano vita. Mollano. Basta ascoltare, prestiamo attenzione al programma di governo di questi ragazzi, i ragazzi del Bullone chiedono il presente, l’adesso. Il futuro inganna.

Noi contempliamo…

Loredana Beatrici nel suo articolo che troverete a pagina 26, sostiene, citando un sondaggio fatto tra i giovani, che Fedez sia più ascoltato dei politici. È più credibile. Forse comunica meglio? Ma c’è comunque qualcosa che non va. Certo, se poi nel dibattito elettorale che si è chiuso nei giorni scorsi, si è parlato pochissimo di scuola, di cultura, del clima che crea disuguaglianza, come il lavoro e i diritti, allora si capisce questa disaffezione.

Sono scesi in strada migliaia di ragazzi in Italia per l’ambiente…come se non avessero protestato. Certo, c’è il caro bollette, la guerra in Ucraina, ma ci vuole la capacità di mettere insieme le cose, di fissare le priorità, di ascoltare le fasce di popolazione che alzano la mano e chiedono aiuto.

Sabino Cassese, il grande costituzionalista che abbiamo intervistato in questo numero, esorta i giovani ad alzare la voce per far rispettare i diritti acquisiti. Ed esorta ancora a studiare, studiare, studiare per essere protagonisti della propria vita. Certo diritti, ma anche doveri. Noi contempliamo i doveri…Noi…

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