Animenta è un’associazione no-profit che si pone l’obiettivo di sensibilizzare e informare sui Disturbi del Comportamento Alimentare. Attiva sul territorio italiano dal 2021, il suo lavoro coinvolge circa duecento volontari da tutta Italia tra professionisti, genitori e ragazzi che decidono di supportarne le attività attraverso le loro storie e competenze, provando a divulgare speranza e condivisione. La collaborazione tra Animenta e Il Bullone nasce dall’obiettivo condiviso di raccontare la vita dopo la malattia, ma anche dal tentativo di provare a interpretare o reinterpretare il mondo con cui si interfacciano i ragazzi di oggi, soprattutto in caso di vissuti importanti, partendo, in primis, dalle loro parole. Rubrica scritta e curata da Cristina Procida.
I laboratori di cucina realizzati da Animenta e Fondazione Cotarella
Tra le tante iniziative promosse da Animenta, ce n’è una che coniuga paura e amore: i laboratori di cucina.
Realizzati grazie alla Fondazione Cotarella, che sostiene fortemente Animenta e la sensibilizzazione sui disturbi alimentari, i laborartori sono un’esperienza davvero singolare: portano con sé il dubbio e l’incertezza legati al venire a contatto con il cibo, ma dall’altra parte anche il piacere di condividere un momento estremamente intimo con persone che questo sentimento lo possono capire eccome.
Ho avuto il piacere di prendere parte al laboratorio tenutosi a Napoli il 12 ottobre dello scorso anno, presso il George Restaurant del Grand Hotel Parker’s: un sogno a ridosso del mare. Insieme con altri volontari ci siamo cimentati nella preparazione di gnocchi e pasta al pomodoro: un piatto semplice, non troppo elaborato, ma che può creare parecchi pensieri in chi soffre di queste malattie.

Insieme allo chef, un narratore gastronomico rendeva l’atmosfera a tratti giocosa e divertente: è stata una sorta di reinterpretazione del cibo. Ciò che da sempre spaventava, d’un tratto è diventata un’esperienza priva di qualsiasi giudizio da parte degli altri, sia per quanto riguarda il cibo in sé, sia nella lettura dei corpi. In quel momento non eravamo più solo pelle, carne, muscoli e ossa: eravamo lì, insieme, a ridere e a sentire i sapori. A percepire odore e calore, a guardare il mare, a sederci a tavola e a mangiare tutti insieme, sorpresi dalla bontà di qualcosa di semplice ma anche così complesso da metabolizzare.
Mentre il golfo di Napoli ci osservava, ce ne stavamo lì a stringere amicizie e rapporti personali. Ciò che da sempre era stata solitudine, all’improvviso era diventata qualcosa per cui non provare più vergogna. I laboratori di cucina di Animenta sono questo: condivisione, amicizia, forza e legame.
“Ciò che da sempre era stata solitudine, all’improvviso era diventata qualcosa per cui non provare più vergogna“.