Storie di rinascita. Sara Dukic, ragazza bosniaca che ha conosciuto la guerra e l'orfanotrofio, racconta come nella comunità Rondine ha trovato la pace.
di Sara Dukic, B.Liver
Uno dei miei ricordi più remoti è quello dei miei genitori che accompagnano me e mia sorella a donare i nostri giocattoli a un orfanotrofio locale. Era il 2000, avevo cinque anni.
Ricordo di aver visto un palazzo nella mia città, non diverso da tanti altri, coperto dai buchi dei bombardamenti avvenuti durante la guerra. In quel momento non era importante di quale etnia, nazionalità o religione fossero questi bambini, e non sapevo nemmeno che sarebbe stato uno degli avvenimenti più importanti della mia infanzia in Bosnia ed Erzegovina.
Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia amorevole e premurosa, quindi ho sempre avuto supporto in tutto ciò che immaginavo di poter fare. E l’ho fatto. La mia famiglia è interreligiosa e multietnica, mi ha insegnato che le nostre diversità sono importanti perché sono gli elementi che ci uniscono e rendono ogni esperienza più interessante, come i colori diversi su un quadro.
Sono nata l’ultimo anno della guerra, il 1995. Mia mamma ha scritto nel suo diario che sono una piccola pacificatrice perché da bambina non mi piacevano i conflitti e sono arrivata nell’anno in cui il conflitto è finito. Non sapevamo che questa caratteristica oggi sarebbe diventata il mio lavoro e che la mia missione sarebbe stata aiutare il più possibile affinché nessun bambino debba soffrire.
Dopo la laurea in Giurisprudenza e il Master in Relazioni Internazionali, ho operato per 2 anni per UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo) a Sarajevo, nel campo della pace e della sostenibilità.
Al momento lavoro come coordinatrice di progetto per la Fondazione Don Carlo Gnocchi di Milano, che già da 18 anni aiuta i bambini con disabilità in Erzegovina. Sono felice di portare avanti la mia missione e di mettere in pratica nella realtà ancora travagliata della Bosnia ed Erzegovina, tutto ciò che ho imparato in Italia.
Crescendo ho capito di non appartenere alla società in cui vivevo, perché non sentivo di dover scegliere tra le tre opzioni di nazionalità che mi erano state date e create dai politici in Bosnia-Erzegovina. O di dover odiare gli altri per essere diversi. Cresciamo tutti con vari conflitti dentro di noi, con i nostri familiari e amici, ma il modo in cui li si trasforma è ciò che ci porta alla rinascita.
“Cresciamo tutti con vari conflitti dentro di noi, con i nostri familiari e amici, ma il modo in cui li si trasforma è ciò che ci porta alla rinascita.
Sara Dukic
Chi sono? Siamo tutti solo una creazione di ciò che la società ci ha imposto? Siamo davvero solo il frutto della nostra cultura che abbiamo dovuto seguire in tutte le sue norme? Sono solo alcune delle domande che mi sono posta dopo il mio primo anno in Toscana, nell’ambito del programma dell’organizzazione «Rondine Cittadella della Pace», che riunisce giovani provenienti dalle zone di guerra e offre loro un’educazione formale e informale nel campo dei diritti umani, della costruzione della pace e della trasformazione dei conflitti.
Perché dico trasformazione? Perché quello che ci insegna il «Metodo Rondine» è che non c’è pace senza conflitto, sia esso interno o di qualsiasi altra forma. Quello che possiamo fare è esporci al nostro interlocutore in un dialogo di pace e trasformare l‘energia del conflitto in energia di pace.
“non c’è pace senza conflitto, sia esso interno o di qualsiasi altra forma. Quello che possiamo fare è esporci al nostro interlocutore in un dialogo di pace e trasformare l‘energia del conflitto in energia di pace.
Sara Dukic
Nel 2021, il fondatore dell’organizzazione, dr. Franco Vaccari, mi ha invitata a far parte del Consiglio di Amministrazione. Naturalmente ho accettato, perché è stata una naturale continuazione della nostra cooperazione a lungo termine, sia nel campo dei diritti umani che sul progetto «Leaders for peace», per il quale il Ministero della Difesa Italiano mi ha donato la prima borsa di studio del valore di 5 armi dal bilancio della Difesa.
Il lavoro dell’organizzazione, oltre che da Papa Francesco e dal Presidente Mattarella, è stato sostenuto anche dall’amica di lunga data Liliana Segre, che ha donato la sua ultima testimonianza a Rondine.
Che cos’è la pace per chi è cresciuto in una società del dopoguerra? La mia precedente esperienza a Rondine mi ha insegnato che quando ti tuffi in acqua e non sai nuotare, devi imparare a farlo subito per sopravvivere. Sarò per sempre grata a Rondine per quello che ho scoperto e capito. Dopo la mia esperienza lì, con persone provenienti da Serbia, Kosovo, Russia, Ucraina, Cecenia, Armenia, Azerbaigian, Israele, Palestina e Libano, ho trovato risposte alle mie domande, ho trovato la mia pace. Sono rinata.
Quest’anno spero di poter presentare due progetti, a cui sto lavorando nel tempo libero, per migliorare la società in cui sono cresciuta.
Il mio augurio per il 2023 è che capiamo che la rinascita è un cambiamento di cui non dobbiamo avere paura, perché perdiamo qualcosa, ma per guadagnare qualcosa di meglio, affinchè si possano intrecciare relazioni che siano terreno fertile per la crescita.
“Il mio augurio per il 2023 è che capiamo che la rinascita è un cambiamento di cui non dobbiamo avere paura, perché perdiamo qualcosa, ma per guadagnare qualcosa di meglio, affinchè si possano intrecciare relazioni che siano terreno fertile per la crescita.”
Mi chiamo Sara, ho 27 anni. Sono bosniaca. Sono un figlia dell’amore. Sono una persona di pace.
Associazione «Rondine Cittadella della Pace» Fondata nel 1998 da Franco Vaccari, Rondine Cittadella della Pace è un’organizzazione che si impegna per la riduzione dei conflitti armati nel mondo e la diffusione della propria metodologia per la trasformazione creativa del conflitto in ogni contesto. L’obiettivo è contribuire a un pianeta privo di scontri armati, in cui ogni persona abbia gli strumenti per gestire creativamente i conflitti, in modo positivo. Rondine nasce in un borgo medievale toscano a pochi chilometri da Arezzo, in Italia: qui si strutturano i principali progetti di Rondine per l’educazione e la formazione. Il progetto che dà origine e ispirazione a Rondine è lo Studentato Internazionale – World House, che accoglie giovani provenienti da Paesi teatro di conflitti armati o post-conflitti e li aiuta a scoprire la persona nel proprio nemico, attraverso il lavoro difficile e sorprendente della convivenza quotidiana. L’associazione accoglie giovani provenienti da Paesi che vivono o hanno vissuto guerre e conflitti: due anni di formazione e convivenza per scoprire la persona nel proprio «nemico» e diventare ambasciatori di pace nei propri Paesi. Con i suoi percorsi di formazione, Rondine incoraggia i giovani a diventare leader di sé stessi, della propria comunità e attori di cambiamento nella società civile, nella continua ricerca del bene comune. Rondine è stata candidata al Nobel per la pace 2015. Rondine è sostenuta principalmente da soggetti privati della società civile che ne condividono i valori e la missione: il miglioramento del pianeta attraverso la formazione di leader e l’applicazione del Metodo Rondine in ogni contesto di conflitto. Il sostegno a Rondine non incide in alcun modo nella missione o nelle scelte strategiche da parte dei soggetti che lo concedono.