Il Bullone 72: ecco i monologhi del bene

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Il Bullone 72 parla di storie di rinascita che ci aiutano a vivere per guarire, amare e sentirsi liberi. Scopri il nuovo numero!
Il monologo. Illustrazione di Doriano Solinas.
Nel nuovo numero del Bullone c'è un filo rosso che ci aiuta a vivere ricostruendo ogni giorno la speranza: troverete la nuova rubrica I monologhi del bene, le ricette contro i fallimenti e tanta IA (intelligenza artificiale).

di Giancarlo Perego

Cosa troverete nel Bullone 72

Monologhi in libertà, il magico potere del fallimento, o meglio quando la sconfitta ci può rendere liberi, l’Intelligenza Artificiale invade la nostra giornata. Ma ci siamo accorti? L’IA può racchiudere anche i nostri valori umani? Chi la controlla? Umanità contro algoritmi: chi vince?

E poi il «pensiero sconnesso» del fondatore del Bullone, Bill Niada sull’ambizione, che vi consigliamo di leggere.

La controcopertina: Luca Barilla e l’inedito sui barconi che diventano strumenti musicali

Anche in questo numero del giornale abbiamo una controcopertina firmata dall’imprenditore con più visione che noi conosciamo, Luca Barilla, che ci indica di non abbandonare mai il sentiero della verità.

Sempre in controcopertina abbiamo un inedito strepitoso, grazie all’amico Arnoldo Mondadori Mosca. Un modo per ricordare anche la tragedia di Crotone.

Lo scritto di un detenuto di Opera che ha fatto dialogare Najafi e Ashia, due barconi utilizzati dai migranti per attraversare il Mediterraneo: con il legno di questi barconi verranno costruiti violini e altri strumenti musicali. Costruiti dai detenuti del carcere di Opera. Una storia incredibile, forte, da Bullone, che si lega in un lungo filo rosso agli altri temi trattati dai B.Liver.

Il Bullone di “cose” che si salvano

Inconsciamente, inconsapevolmente, sorprendentemente, rileggendo le bozze prima della stampa, abbiamo costruito un Bullone di «cose» che si salvano: i barconi-violini, i monologhi del bene, il fallimento che non è fallimento, l’IA che ci aiuta a vivere (pensate negli ospedali), la verità di Luca Barilla e l’ambizione.

C’è tanta speranza, senza aver mai usato la parola speranza. Più di una parola.

I monologhi del bene

Perché abbiamo puntato sui monologhi? Durante la riunione di redazione e in alcuni nostri incontri, come con i reclusi di San Vittore, è emerso il bisogno di «tirar fuori» argomenti nascosti dentro di noi. Il monologo si fa a teatro, ma noi abbiamo voluto declinare questa azione sulle pagine di un giornale, inserendo immagini artistiche dell’Intelligenza Artificiale.

Spieghiamo che cosa abbiamo fatto: abbiamo inviato i testi dei monologhi al sito dell’Intelligenza Artificiale che ci ha restituito l’immagine ispirata dall’articolo, ritoccata poi dagli artisti del Bullone (sì, anche noi abbiamo ragazzi artisti). Contenuti eccellenti nei monologhi e fantasia messi insieme. Risultati sorprendenti, piacevoli e pieni di significato.

C’è chi si è concentrato sul maledetto verbo «essere»: tu sei anoressica…, ma no, si deve dire tu hai l’anoressia. Perché etichettare con tu sei?

Un detenuto di San Vittore scrive della sua libertà a intermittenza, entrando e uscendo dal carcere. Era stato liberato, va a casa al Corvetto e scopre che casa sua è stata occupata, l’ironia nel pezzo è fantastica.

Poi proponiamo monologhi sull’educazione dei figli. Una nostra mamma si pone la domanda se sia arrivato il momento di educare le figlie femmine come i figli maschi. Un bel tema.

C’è una ragazza B.Liver che si è soffermata sui suoi incontri con la psicoanalista in dieci anni, un monologo divertente e dissacrante.

Anche la trovata di un’altra B.Liver sul pesciolino nero è da leggere tutto d’un fiato: una favola iraniana dalla quale si può imparare a osare, a non rimanere nella propria pozza d’acqua tutta la vita, e invece cercare, esplorare.

Ci piace molto l’idea di scrivere quello che si ha dentro e di mandare messaggi positivi. Cari lettrici e lettori del Bullone, se volete scrivere un monologo vi ospitiamo nel prossimo numero.

I fallimenti e l’intervista a Matteo Lancini

Vorrei soffermami velocemente sulle cadute, sui cosiddetti fallimenti. Abbiamo intervistato Matteo Lancini, psicologo e presidente della Fondazione Minotauro, nonché docente universitario alla Bicocca e in Cattolica. Lancini ci ha parlato degli adolescenti, dei giovani traditi da
adulti incompleti. «Genitori non date la colpa a Internet: se c’è qualcosa che non va, siamo noi adulti a produrre problemi e disagi». Un’intervista da leggere, un campanello d’allarme per tutti i genitori.

A proposito, vi consigliamo il libro del dottor Matteo Lancini, L’età tradita, che va oltre i luoghi comuni sugli adolescenti.

L’intelligenza artificiale: come avrà risposto alle nostre domande “scomode”?

L’ultimo tema è sull’Intelligenza Artificiale, argomento proposto dai nostri Elisa Tomassoli e Bob Pesenti, ferratissimi in materia. Loredana Beatrici è addirittura entrata nel sito e ha dialogato con l’IA facendo anche domande scomode, molto scomode.

La vignetta di Giorgio Maria Romanelli e una conversazione generazionale

Proponiamo poi una pagina di vignette di Giorgio Maria Romanelli e una conversazione generazionale tra sei persone, tre ragazzi e tre ultrasessantanni. Il Bullone sul confronto generazionale non vuole lasciare indietro nessuno, anche se si occupa di giovani dai 15 ai 35 anni. Nei dibattiti include anche la «fascia anziani».

Per questo nella prossima riunione di redazione che si tiene il 9 marzo, verrà proposto il libro di Lidia Ravera, Age pride. Ogni età ha il suo orgoglio. Un enorme abbraccio a tutti.

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