Luce Grigia è il titolo del monologo di Marta, che ci racconta così la sua malattia: «Ho voluto chiamarlo Luce Grigia: luce perché ogni persona è scintilla di vita e grigia perché è momentaneamente sbiadita, (…) ma pur sempre luce è e tornerà ad essere».
Ogni mattina quando apro gli occhi su un nuovo giorno ho voglia di richiuderli e di non alzarmi dal letto. (…)
Ogni giorno, quando apro gli occhi su questo mondo normale che tutti hanno e che tutti vogliono, so che non sarà lì ad offrirmi situazioni nuove ed invitanti e so che non mi troverà a combinare talento e occasione per dimostrarlo. Ogni nuovo giorno è perfettamente uguale al precedente. (…)
Il tempo è come se si fosse fermato a un solo giorno, tanto sono tutti uguali: (…) la mia vita si riassume in casa, famiglia, università e chiesa. Forse penserete: «Che c’è di sbagliato nella routine della quotidianità?». Credo niente, proprio niente se non il terrore segreto che tutto cambi all’improvviso, cogliendomi alla sprovvista.
(…) Essere una ragazza divisa tra la paura che tutto cambi e il terrore che ogni cosa rimanga immutata fino alla fine dei miei giorni. Un baratro a cui non voglio sottrarmi, ma dal quale vorrei subito uscire. (…) Perché no, non basta ripetersi che la vita è bella, che hai del potenziale, che non ti meriti tutto questo, che devi mettercela tutta per volare, se poi non lo vuoi davvero. (…). «Sforzati di guardare il
mondo con occhi diversi», non funziona. Pensi che anche se hai solo 20 anni è troppo tardi per cambiare.
La notte mi fa paura, ma il giorno non mi suscita alcun entusiasmo. Anima, io ti sto abbruttendo, scusami, io ti sto lacerando. È come se tutto ciò che stessi vivendo fosse un film che guardo senza volerlo guardare, come se io fossi la protagonista, ma non potessi interferire. È come trovarsi in gabbia e non riuscire ad andarsene anche se la porta è aperta, perché sono io a non volermene andare, perché io sono una luce grigia.
Animenta è un’associazione no-profit che si pone l’obiettivo di sensibilizzare e informare sui Disturbi del Comportamento Alimentare. Attiva sul territorio italiano dal 2021, il suo lavoro coinvolge circa duecento volontari da tutta Italia tra professionisti, genitori e ragazzi che decidono di supportarne le attività attraverso le loro storie e competenze, provando a divulgare speranza e condivisione. La collaborazione tra Animenta e Il Bullone nasce dall’obiettivo condiviso di raccontare la vita dopo la malattia, ma anche dal tentativo di provare a interpretare o reinterpretare il mondo con cui si interfacciano i ragazzi di oggi, soprattutto in caso di vissuti importanti, partendo, in primis, dalle loro parole. Rubrica scritta e curata da Cristina Procida.