Anoressia nervosa, perché pensi sempre di non farcela

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Ci saranno giorni in cui penserai di non farcela. Ma poi ce la farai sempre». Carola racconta la sua battaglia contro l'anoressia nervosa e lancia un messaggio di speranza e di amore per la vita.

di Cristina Procida, B. Liver

Animenta è un’associazione no-profit che si pone l’obiettivo di sensibilizzare e informare sui Disturbi del Comportamento Alimentare. Attiva sul territorio italiano dal 2021, il suo lavoro coinvolge circa duecento volontari da tutta Italia tra professionisti, genitori e ragazzi che decidono di supportarne le attività attraverso le loro storie e competenze, provando a divulgare speranza e condivisione.
La collaborazione tra Animenta e Il Bullone nasce dall’obiettivo condiviso di raccontare la vita dopo la malattia, ma anche dal
tentativo di provare a interpretare o reinterpretare il mondo con cui si interfacciano i ragazzi di oggi, soprattutto in caso di vissuti importanti, partendo, in primis, dalle loro parole.
Rubrica scritta e curata da Cristina Procida.

«Ci saranno giorni in cui penserai di non farcela. Ma poi ce la farai sempre». Carola è una delle migliaia di persone che hanno sofferto o soffrono di un disturbo alimentare di tipo restrittivo, l’Anoressia Nervosa. Racconta la sua storia in modo spezzettato, frantumato, cercando di rispondere alle mille mila domande che affiorano nella sua mente quando si confronta con sé stessa.

“Ci saranno giorni in cui penserai di non farcela. Ma poi ce la farai sempre

– Carola

Domande, dice, a cui non sa dare risposta: «Vorrei poterti stringere, rispondere a tutte le tue domande, ma neanche io so le risposte… e forse non le saprò mai. E va bene così».

Quando prova a porsi una delle domande più specifiche e importanti di tutte, è lei stessa ad essere confusa: «Non ricordo il momento esatto in cui tutto è iniziato (…) Dal secondo anno di liceo una voce ha iniziato ad abitare la mia testa, la voce del disprezzo“Non sei magra abbastanza”».

Lavorando con Animenta, partecipando alle Live e agli eventi, avendo sofferto io stessa di Anoressia Nervosa per molti anni, l’ultima frase risuona come un ticchettio familiare: «Non sei magra abbastanza».

Così come familiari rintoccano i pensieri seguenti: «Questa voce ha lentamente e gradualmente occupato tutto lo spazio del tuo corpo, tutti i tuoi giorni e le tue ore, tutto l’ambiente e le persone della tua vita. La totalità della tua esistenza sarà inondata e soffocata da un’enorme e grosso disturbo: l’Anoressia. (…) Passerai infinite ore a misurare le parti del tuo corpo, a guardarti allo specchio, a contare calorie, a fare esercizio fisico fino allo svenimento. Perderai tantissimi capelli e chili, quasi fino a scomparire».

Uno degli aspetti centrali dell’anoressia, è che riesce a farti credere che non ce la farai senza di lei. Che ti proteggerà dal dolore, dalla rabbia, da tutte quelle emozioni che Carola ha provato e poi tentato di celare con l’aiuto della malattia: «Ma poi ce la farai sempre. (…) La tua famiglia e i tuoi amici saranno sempre con te, in ogni secondo del tuo percorso, cercando di accompagnarti verso una via d’uscita. Anche se non sarà per niente facile starti vicino».

La tua famiglia e i tuoi amici saranno sempre con te, in ogni secondo del tuo percorso, cercando di accompagnarti verso una via d’uscita. Anche se non sarà per niente facile starti vicino.”

– Carola

E proprio grazie al supporto di chi ti ama la malattia, a poco a poco, perde potere.«Ne usciremo. Ti affiderai ai giusti professionisti, ti lascerai aiutare e amare e rimarrai attaccata alla vita con tutta te stessa, lottando ogni minuto contro quella voce che cercherà di trascinarti verso l’abisso. (…) Porterai per sempre con te il ricordo di questo dolore e la testimonianza del grande regalo che ti è rimasto: l’amore per la vita».

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