Matilde, 19 anni, è una ragazza che ha deciso di partecipare al progetto «Quarto Anno» di Rondine Cittadella della Pace. In questo articolo ci parla di tutte le esperienze vissute in questo e di come questa iniziativa le abbia cambiato la vita.
Mi chiamo Matilde, ho 19 anni e vengo da una piccola città in Sardegna, Alghero. Nonostante io sia nata e vissuta in una piccola città, ho sempre avuto grandi sogni mai concreti, solo speranze, che però sino a quest’anno sono sempre stati vaghi, perché non avevo mai pensato di poterli rendere veramente concreti.
Il destino però, mi ha fatto un regalo facendomi incontrare Rondine e così dopo documenti, selezioni, bagagli e agitazione, il 3 settembre 2022 la mia vita ha iniziato a cambiare. Quel 3 settembre è stato l’inizio di un susseguirsi di «prime volte» che mi hanno cambiata lentamente: la prima volta in aereo da sola, la prima volta ad Arezzo, la prima volta che ho visto le mie compagne di stanza… e così via!
Da quel giorno per tutto l’anno «le prime volte» mi hanno accompagnata e hanno fatto crescere la mia curiosità sempre di più. Il primo mese a Rondine non è stato semplice, dopo l’euforia iniziale mi sono scontrata con una delle parti più importanti ma anche più difficili del percorso del quarto anno: l’attenzione interiore.
Non avevo mai fatto attenzione alla mia interiorità, o almeno non lo avevo mai fatto in questo modo così approfondito e attento cercando di cogliere il vero senso di ciò che ho dentro e di ciò che mi circonda. Non posso dire di aver trovato tutte le risposte che cercavo, ma almeno ho capito quali sono le domande che mi voglio porre, in questo modo ho imparato molto su me stessa e ho anche capito veramente perché avevo bisogno di uscire dalla mia piccola realtà cittadina; avevo l’esigenza di rigenerarmi, di prendermi una pausa da una realtà in cui non vedevo più il bello, non perché non ci fosse, ma perché ero rimasta troppo ferma su ciò che mi aveva fatto male.
Tutte le esperienze vissute nel corso di quest’anno, dalle lezioni del «percorso Ulisse» alle chiacchierate con i miei compagni, mi hanno aperta a uno sguardo diverso verso il futuro, le formazioni mi hanno dato gli strumenti per fare qualcosa di buono e per credere davvero in quello che voglio fare, non perché mi hanno reso un super eroe, ma perché mi hanno dato la volontà e la speranza per la nascita di qualcosa di nuovo, di riuscire a far tornare indietro ciò che ho ricevuto quest’anno.
In merito a questo, c’è una frase che mi ha accompagnata durante tutto l’anno: «ogni giorno è una pagina bianca». Questa è la filosofia con cui ho affrontato questa esperienza, perché una cosa sicura di Rondine è che anche se le cose vengono organizzate, verranno comunque comunicate tardi, o ti stupiranno perché non sono mai come te le aspetti.
Il dono più grande che mi ha fatto Rondine è avermi ridato la capacità di stupirmi, di meravigliarmi di ogni piccolo dettaglio che può sembrare insignificante, ma non lo è. È stato un anno lungo e velocissimo allo stesso tempo, non è stato semplice perché come tutte le esperienze ha i suoi lati negativi su cui, però, non mi sono soffermata, perché per me è molto più grande la gioia e la gratitudine nei confronti di questo percorso che i piccoli intoppi che possono esserci stati. Ringrazierò sempre il destino per avermi fatto incontrare Rondine che mi ha aiutata a trovare una destinazione.
“Il dono più grande che mi ha fatto Rondine è avermi ridato la capacità di stupirmi, di meravigliarmi di ogni piccolo dettaglio che può sembrare insignificante, ma non lo è.”
– Matilde Muglia