“Rondine” è un’esperienza unica: nella convivenza ho capito chi sono veramente

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Beatrice racconta di come l'esperienza del "quarto anno" di Rondine le abbia permesso di imparare ad andare alla scoperta di se stessa, conoscendo persone fantastiche che hanno reso il percorso unico.

di Beatrice De Marchi

Beatrice racconta di come l'esperienza del "quarto anno" di Rondine le abbia permesso di imparare ad andare alla scoperta di se stessa, conoscendo persone fantastiche che hanno reso il percorso unico.

Cos’è per te il quarto anno a Rondine? Questa è la domanda che ogni volta mi pongono riguardo alla mia esperienza.

Io come rispondo? In questo modo: il mio percorso a Rondine è stato un anno pieno, sia di cose belle che di cose meno piacevoli, perché naturalmente durante esperienze di questo tipo non tutto è «rosa e fiori» e vi sono momenti pieni di gioia, ma allo stesso tempo anche momenti più bassi, e soprattutto da questi ho imparato moltissimo a conoscere non solo gli altri, ma in particolare me stessa.

Come dico sempre, Rondine è arrivata in una giusta circostanza, poiché avevo bisogno di dare una svolta alla mia vita, di cambiare aria, di allontanarmi per un po’ dalla mia città che mi risultava molto stretta, ma che ora ho imparato ad apprezzare molto di più, in particolar modo dopo aver sentito la mancanza delle persone a me care.

Non conoscevo questa realtà, ma la prima volta che ci sono entrata in contatto, il 23 aprile 2022, il giorno delle selezioni, me ne sono subito innamorata, perché appena scesa dalla macchina, ho respirato un’aria nuova che mi ha trasmesso una tranquillità interiore straordinaria che non avevo mai provato da nessun’altra parte. Poi il 3 Giugno dell’anno scorso, questo mio obiettivo si è concretizzato definitivamente, poiché sono stata selezionata per iniziare il percorso del quarto anno, entrando a far parte del QAR6.

Da settembre a giugno la mia vita è cambiata, poiché, come ho detto prima, ho conosciuto persone fantastiche con le quali ho condiviso un’esperienza che non sarebbe stata uguale senza di loro, ma soprattutto ho imparato ad andare alla scoperta di me stessa, scavando nella mia interiorità e arrivando a conoscere delle caratteristiche di me che non ero consapevole di avere.

Ero a contatto con il mondo, nel vero senso della parola, perché insieme a noi ragazzi del quarto anno c’erano anche quelli della World House, i quali arrivano a Rondine a coppie di nemici da Paesi in conflitto e che si impegnano a guardare oltre l’idea del loro «nemico», instaurando con lui o con lei una relazione tra persone, perché a Rondine ci si sveste del ruolo che si ricopre e ci si identifica soltanto come esseri umani.

Osservando quest’ambiente si potrebbe pensare di essere in una bolla, lontano da tutto e da tutti, ma in realtà ci si mette in gioco più di quanto si pensa, basta solo volerlo. 

Rondine è arrivata in una giusta circostanza, poiché avevo bisogno di dare una svolta alla mia vita, di cambiare aria, di allontanarmi per un po’ dalla mia città che mi risultava molto stretta, ma che ora ho imparato ad apprezzare molto di più, in particolar modo dopo aver sentito la mancanza delle persone a me care. “

– Beatrice De Marchi

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