di Simona Negri, B.Liver
La B.Liver Simona presenta la sua idea di museo personale: un insieme di cose, di oggetti, di scatole di latta che evocano ricordi e sensazioni positive.
La parola «museo» deriva dal greco muséion, cioè luogo dedicato alle Muse, le divinità protettrici delle arti, figlie di Zeus, re degli dei, e di Mnemosine, dea della memoria.
Il primo nella storia fu quello che fece costruire il faraone Tolomeo Filadelfo ad Alessandria d’Egitto, l’ultimo? Il mio, tra le mura di casa come in un’enorme scatola ricercata con cura, il museo per me è la poesia del tempo che fu, quella tramandata dai miei cari che ancora oggi porto con me.
Il museo, qualsiasi esso sia, è memoria, nella mia tutto nasce con la scatola di latta Sperlari rossa di nonna Jolanda, ricca di fiori colorati con i bordi luccicanti e dorati. Nonna la teneva ben conservata dentro un’anta del suo regno degli anni 70 (la cucina), non si poteva aprire, vietato! Ma io sono sempre stata curiosa e la aprii con attenzione. Al suo interno? Bottoni con forme di tutti i tipi, di tutti i colori e tanti foglietti scarabocchiati, e mentre pensavo all’apparente delusione, nonna mi prese in braccio e mi raccontò tra realtà e fantasia la magia di quel tesoro nascosto.
Il museo personale è un insieme di cose, materiali ed immateriali, che ci appartengono e che creano sensazioni positive, evocano ricordi, sono piccole cose a volte di nessun valore che con gesti romantici raccogliamo per racchiudere eternamente in noi quel posto, quel momento, quel profumo. Sono il tempo che ci dedichiamo, la raccolta dei diari personali, la collezione di sorpresine del Mulino Bianco che ancora oggi sa di scuola.
La mia raccolta di profumi in miniatura, quelli preziosi e costosi e quelli che comunemente si trovavano come omaggio nei giornali che leggeva mamma, sono oggi ben esposti nel mio bagno; i miei libri e le mie ricette che profumano di nonna che mi ricordano lei, sono il proseguire di quei foglietti scarabocchiati nella scatola rossa di caramelle. Il profumo dei biscotti e le mie conchiglie.
Sono le foto che scatto, indispensabili. In buona sostanza sono io, siamo noi il nostro museo personale, siamo la scatola che ci racchiude, che racchiude i nostri mondi, i nostri sentimenti e che porta con sé le radici di chi ci ha preceduto.
Ciò che conta è tutto dentro di noi, «allora tutto diventa possibile, non solo camminare su una fune, ma anche volare», (Herman Hesse).
“siamo noi il nostro museo personale, siamo la scatola che ci racchiude, che racchiude i nostri mondi, i nostri sentimenti e che porta con sé le radici di chi ci ha preceduto. “
– Simona Negri