Di Monica Nalin, Casa di Deborah
Monica Nalin, volontaria di Casa di Deborah, sogna come sarebbe avere una casa più grande: muri colorati, tavoli per studiare, ping pong. E la casa attuale sembra sempre più piccola rispetto alle stanze disponibili, tutte occupate. Il 10 gennaio però, grazie alla volontà di istituzioni, persone e aziende, è stata inaugurata la nuova sede. Per dirlo alla Monica: un sogno uscito con il buco.
Non tutti i sogni riescono con il buco: così dev’essere andata alla Casa di Deborah
Non tutti i sogni riescono con il buco.
Faccio fatica a dosare il latte per fare un budino, figurarsi se mi riesce un sogno con il buco!
Eppure si chiudono gli occhi e quell’idea che ti balena in testa, che ti sfugge e non afferri al volo, si piazza lì come la ricetta «complicata» che trovi sulla confezione del budino.
Leggi 1.000 ml anziché 100, correggi il tiro e ti ritrovi la sera con il cucchiaio che affonda nel cioccolato.
Deve essere andata più o meno così.
I ragazzi strabordano, le stanze sono tutte piene: il sogno di una casa perfetta con la ricetta perfetta
1.000 ml di ragazzi strabordano in questa casa così bella, ma ormai piccola, il pensiero si affaccia ogni volta che le stanze sono tutte occupate. Che bello sarebbe avere… delle stanze colorate, dei tavoli riservati allo studio, una sala dove dipingere, un divano per riposare mentre qualcuno si sfida a ping-pong. E una stanza per i volontari che almeno chiacchierano tra di loro e non disturbano i ragazzi, perché succede anche questo a casa di Deborah.
E se ci mettessimo una scorzetta d’arancia? Una sala per le riunioni, degli studi riservati ai mille colloqui e incontri. Poi si sa che i sogni affollano la mente delle persone che hanno affollata l’anima, che riescono ad afferrare l’idea.
Il “metti il latte e porta ad ebollizione”.
Che ci vuole fantasia nell’immaginare il sogno, progettare un nuovo spazio che sia casa per tutti, che diventi, da semplice contenitore, un modo di stare. E qui sta l’incanto, la magia che ha visto realizzata un’idea coltivata da un vulcano di nome Giusi che ha portato con sé tutti.
«Tutto l’universo cospira affinché chi lo desidera con tutto sé stesso possa riuscire a realizzare i propri sogni», L’Alchimista, Paolo Coelho.
Hanno cospirato persone, aziende, istituzioni, ognuno con le proprie professionalità e possibilità. Hanno ordito trame che profumano di cibo, di legno e di viti, di colore alle pareti, di tessuti morbidi e di carte e scartoffie che girano. Una rete straordinaria che prende forma dal nucleo di quella visione del 2017 di creare un luogo dove giovani e adulti insieme possano guardare con occhi diversi anche qualche momento di fatica.
Capovolgi lo stampino e servi: il 10 gennaio Casa di Deborah ha inaugurato la nuova sede
Il dieci gennaio, emozionati e felici di accogliere le tantissime persone che ci sono venute a trovare, abbiamo avuto il piacere di inaugurare la nostra nuova sede. Il taglio del nastro arancione, i ragazzi seduti intorno a un tavolo impegnati in sorrisi e in una partita a carte, le fragole e le torte, un calice di vino, come si fa quando si festeggia in casa, tutto preparato per benino, con il rispetto che si deve agli ospiti, esprimendo quello che siamo: semplicemente famiglia.
E muoversi respirando la soddisfazione di avere un luogo dove poter proseguire e progettare altre bellezze è sicuramente un traguardo che si trasformerà in altre possibilità di crescita. Che il bene si moltiplica e bisogna immaginarlo, sognarlo e renderlo vivo. Grazie a tutti coloro che hanno reso realtà questo sogno.
Succede dietro all’Arena. A Verona.
“E se ci mettessimo una scorzetta d’arancia? Una sala per le riunioni, degli studi riservati ai mille colloqui e incontri. Poi si sa che i sogni affollano la mente delle persone che hanno affollata l’anima, che riescono ad afferrare l’idea.”
– Monica Nalin