Bambini adulti o adulti bambini? La normalità negata 

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Alisa ci parla di un evento che ha cambiato la vita dei bambini nel 1992, con la dissoluzione dell'Urss: l'emigrazione.

Di Alisa Croitoru, Liceo Cotta

Il Liceo Statale Giovanni Cotta è un istituto scolastico con sede a Legnago, in provincia di Verona, che ospita attualmente 1350 studenti suddivisi in 54 classi.
Grazie a un incontro con le classi dell’indirizzo di Scienze Umane, è sorta la volontà condivisa di poter creare uno spazio libero e aperto, dove i ragazzi possano esprimere la propria voce.
 
La collaborazione tra il Liceo Cotta e Il Bullone nasce dall’obiettivo di raccontare storie di vita e quotidianità, ma anche dal tentativo di provare a interpretare o reinterpretare il mondo con cui si interfacciano i ragazzi di oggi, raccogliendo riflessioni, partendo dalle loro parole.

1992: con la dissoluzione dell’Unione Sovietica molte persone emigrano per un futuro migliore

Sapete com’è diventare indipendenti da un giorno all’altro? Beh, i bambini dei primi anni del 2000 sanno rispondere a questa domanda.  

Nel 1992 avviene la dissoluzione dell’Unione Sovietica e tutti i paesi che ne facevano parte si trovano davanti ad una crisi incontrollabile, senza stabilità e senza una sicurezza del domani. Molti di questi paesi cercano una soluzione, e nel mio Paese inizia la cosiddetta “emigrazione per un futuro migliore”. Da un giorno all’altro bambini e bambine si ritrovano alla porta della loro casa a salutare i loro genitori, senza sapere quando li rivedranno. Lo scopo di questa emigrazione di massa era di portare dei soldi alla famiglia, per poter continuare a vivere. 

Molti bambini si ritrovano improvvisamente soli ad occuparsi di loro stessi, anche i più piccoli

I bambini molte volte si ritrovano da soli nelle loro case, affidati ai vicini oppure ai nonni ormai presi dalla vecchiaia. La mattina dopo la partenza dei genitori capiscono che devono occuparsi di loro a 360 gradi, fare da mangiare, stirare oppure lavare. Certo, molte di queste attività le avevano già apprese prima, però immaginatevi di dover essere sola a dieci anni, quando fisiologicamente avresti bisogno di affetto e spensieratezza.

Questi bambini non hanno mai avuto il diritto di sentirsi liberi e vivere a pieno l’infanzia. Con il passare degli anni questa era diventata un’abitudine per loro; quindi, trovavano anche il tempo per giocare con gli amici, però molti di loro non hanno mai sentito l’abbraccio della mamma quando ne avevano più bisogno e per anni non giocavano con il papà.  

“I bambini molte volte si ritrovano da soli nelle loro case, affidati ai vicini oppure ai nonni ormai presi dalla vecchiaia. La mattina dopo la partenza dei genitori capiscono che devono occuparsi di loro a 360 gradi, fare da mangiare, stirare oppure lavare.” Immagine generata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.

Ma nonostante tutto, rimangono riconoscenti alla propria famiglia

Ogni volta che ascolto queste storie, non sento nessuno dare la colpa ai genitori per quello che hanno dovuto passare, sono riconoscenti delle esperienze che hanno avuto, delle difficoltà che hanno dovuto affrontare, le lezioni di vita di cui hanno fatto tesoro. Capiscono che la decisione dei genitori non era stata presa perché volevano abbandonarli, ma perché avevano speranza per il futuro. Magari per qualcuno è stato difficile ricostruire il rapporto con i genitori, però hanno portato sempre rispetto per il loro atto di sacrificio, in un periodo così complicato.  

“Ecco, per me questi sono i bambini adulti

Ecco, per me questi sono i bambini adulti, che hanno dovuto maturare da una notte all’altra, crescere da soli, avere come spalla la loro stessa. Sono loro che hanno un’intelligenza emozionale così profonda da riuscire ad accettare che la vita non è rosa, ma è pesante, con responsabilità e impegni, ad un’età dove normalmente l’unica preoccupazione dovrebbe essere scegliere se giocare a pallone oppure a nascondino.  

Alcuni di questi, crescendo, hanno sviluppato diverse conseguenze: gli adulti bambini

Purtroppo, questa vicenda ha dato delle conseguenze negative nella vita adulta di questi bambini. Non è facile continuare il corso della vita in modo lineare, quando una parte così indispensabile della persona viene tolta, cioè l’infanzia. Si arriva a vivere in una bolla piena di insicurezze, dove si ha paura dei cambiamenti e si vorrebbe restare incapsulati in quel momento, poiché la paura di dover ancora stravolgere la propria vita è troppo grande.  

Questi adulti, definiti così solo dall’età, hanno bisogno di quell’affetto perso e si legano forte alle persone che glielo dimostrano, proprio come dei bambini. Bisogna prendersi cura delle loro emozioni, anche se siamo abituati alla figura dell’adulto come capace di gestirsi da solo emotivamente.  

Tutte le persone che hanno vissuto questa esperienza, ne sono usciti più forti davanti agli altri, ma fragili dentro di loro. Nel profondo si nasconde ancora quel bambino, che aspettava quel giorno in cui avrebbe rivisto i genitori, ma che sembrava così lontano. Quel bambino che adesso fa fatica ad accettare l’aiuto, perché è vergognoso e “bisogna farcela da soli”. 

Così arrivano ad essere esausti di sopravvivere sempre e l’unica cosa che vogliono è solo ritrovare quella normalità che gli spettava da bambini.

“Ecco, per me questi sono i bambini adulti, che hanno dovuto maturare da una notte all’altra, crescere da soli, avere come spalla la loro stessa. Sono loro che hanno un’intelligenza emozionale così profonda da riuscire ad accettare che la vita non è rosa, ma è pesante, con responsabilità e impegni

– Alisa Croitoru

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