“Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”

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Riccardo parte da una delle frasi più conosciute di William Shakespeare: «Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni». La frase appartiene all'opera La Tempesta, che ci ricorda, come dice Riccardo, che anche tuoni e nuvole fanno parte del processo.

Di Riccardo Bini, B.Liver

il B.Liver Riccardo parte da una delle frasi più conosciute di William Shakespeare: «Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni». La frase appartiene all'opera La Tempesta, che ci ricorda, come dice Riccardo, che anche tuoni e nuvole fanno parte del processo.

Shakespeare dice che siamo fatti della stessa sostanza dei sogni

William Shakespeare, nella prima scena del quarto atto de La Tempesta scrive, per il protagonista Prospero, una delle frasi più celebri della storia della letteratura: «Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni». L’autore vuole farci ragionare sul mistero che si cela dietro alla nostra esistenza effimera, alla nostra natura e alle forze che ci muovono, che ci fanno agire.

Nonostante sia stata nel tempo bistrattata dalla nostra società consumistica, ho sempre amato questa frase per la personale interpretazione che le ho dato: e se Shakespeare intendesse il contrario? Ovvero, che siano i sogni ad essere fatti della nostra materia e quindi concreti, tangibili, realizzabili? Ovviamente chi ha dedicato la vita agli studi della letteratura (e della fisica quantistica) mi darà torto e non voglio minimamente avere la presunzione di oppormi a loro.

Siamo tutti sognatori alla ricerca del sogno che ci è balenato in testa in un giorno come tanti

Eppure, mi piacerebbe cavalcare l’onda di questo pensiero, perché penso che ognuno di noi, in fondo, ci si possa immedesimare. Nella vita siamo tutti dei sognatori a occhi aperti, vagabondi alla disperata ricerca della realizzazione di quel sogno che da bambini, da ragazzi, da adulti ci è balenato un istante nella testa. Materiale o immateriale che sia, il sogno prende forma, sostanza e diventa concreto: abbiamo un obiettivo.

Fissato questo, arriva la fase in cui, dedicando tempo, fatica e sudore pianifichiamo la nostra vita al raggiungimento di quello scopo. E dopo tanti anni di duro lavoro, quando arriviamo alla fine del percorso e riusciamo a stringere tra le mani ciò che abbiamo anelato per tutta la vita, ci sentiamo pieni, compiuti, felici… Onestamente, quante volte succede? Davvero poche volte.

Anche i sogni cambiano con noi

È così esiguo il numero di persone che nascono con un sogno che resta immutato per tutta la loro vita, che riescono a raggiungere l’obiettivo che si immaginavano mentre erano seduti sui banchi di scuola. Gli altri, come è normale che sia, affrontano il loro percorso con tutti gli imprevisti che questo comporta e quindi cambiano, mutano, si adattano. Perché è così che siamo fatti. E quindi i nostri sogni che credevamo indistruttibili, ci seguono nel nostro cambiamento, adeguandosi alle nuove persone che continuamente diventiamo e che incontriamo sulla nostra strada.

La difficoltà sta nell’accogliere il cambiamento anche quando vediamo i sogni sfumarci tra le dita

E la difficoltà più grande sta nel riconoscerci nel cambiamento, accogliendolo. Scombinare i piani è la parte più dolorosa, insieme all’accettazione di una presunta sensazione di sconfitta che monta in noi quando vediamo i sogni sfumarci tra le mani. Solo dopo anni di terapia ho potuto sperimentare sulla mia pelle cosa voglia dire tutto quello che ho detto fin ora. Perché bisogna ammetterlo, nonostante il mio discorso fin troppo poetico, quando certe cose accadono, ti tolgono letteralmente il sonno.

E se uscirne non è per niente facile, trovare la forza di andare avanti è ancora più complicato. E spesso i sogni si affievoliscono e diventano opachi. Ed è questo il momento in cui ci troviamo a rivedere le nostre priorità, a capire cosa conta davvero e ad adeguare il resto di conseguenza.

“Perché come tutti nella vita abbiamo avuto almeno un sogno, tutti almeno una volta ci siamo trovati davanti una Tempesta più o meno grossa che ha oscurato il nostro cielo, scombinandoci i piani e che, una volta passata, ci ha lasciato una realtà da riassemblare da zero.” Immagine generata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.

Forse alla fine è un bene che i sogni non siano fatti della nostra stessa sostanza. Anche se il titolo dell’opera di Shakespeare mi viene in aiuto in questo mio ragionamento. Perché come tutti nella vita abbiamo avuto almeno un sogno, tutti almeno una volta ci siamo trovati davanti una Tempesta più o meno grossa che ha oscurato il nostro cielo, scombinandoci i piani e che, una volta passata, ci ha lasciato una realtà da riassemblare da zero.

e se Shakespeare intendesse il contrario? Ovvero, che siano i sogni ad essere fatti della nostra materia e quindi concreti, tangibili, realizzabili?”

– Riccardo Bini

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