di Oriana Gullone, Riccardo Bini, Debora Zanni, Nicola Capitani, B.Liver
Anche quest’anno lo strascico di polemiche post-Festival non manca. Ma è un altro lo sguardo che ci ha ammaliato: Rich Ciolino – l’alieno arrivato da «molto lontano» per conoscere un nuovo mondo – che accompagna Ghali dal lancio del singolo sanremese Casa mia.
Caro Rich…
Caro Rich,
ci capita spesso di non sentirci in sintonia con gli altri giornali sulle notizie importanti. Spesso ci sentiamo «alieni», come te. Forse per questo ci siamo riconosciuti nel tuo sguardo, che tanti hanno superficialmente giudicato poco sveglio e infantile.
Quest’anno all’Ariston ne sono successe tante, Rich, e tanti si sono concentrati solo sul ballo del qua qua di John Travolta.
quest’anno la musica è donna
Ma mai come quest’anno la musica è donna! Era dal 2014 che una donna non vinceva Sanremo. Angelina Mango ci è riuscita alla sua prima partecipazione, a soli 22 anni! Clara è arrivata tra i big da Sanremo Giovani, dopo 15 anni di traguardi solo maschili. Il premio alla critica Mia Martini finalmente «è tornato a casa, Mimì!», citando la premiata Bertè, emozionatissima in sala stampa al ritiro del premio dedicato a sua sorella. Non era mai successo in 74 anni che tutti i premi andassero a delle donne. S’è fatta la storia, Rich! Altro che ballo del qua qua!
l’età media dei partecipanti è la più bassa dal 2017
Sai quale altro dato ci colpisce? 35.5: l’età media dei partecipanti di quest’anno, la più bassa dal 2017, e 27.6, quella del podio. Dal 2017, con la vittoria di Francesco Gabbani, l’età media ha iniziato ad abbassarsi, ed è importante ricordarlo. Senza ricambio generazionale, il Paese muore. Proprio come un paese senza bambini. Ma è uno dei temi che in Italia dà fastidio, sai? A proposito di età , lo share nella fascia 15-24 anni è stato il più alto di sempre: 85,2%. E, forse, non è solo grazie ad Amadeus. Gli inventori del Fantasanremo gli hanno dato un grande aiuto! (in redazione eravamo 22 squadre quest’anno, il nostro record).
Il record sanremese di Geolier
Anche Geolier ha realizzato un record: la canzone in lingua regionale più alta in classifica e la prima sul podio. Ma non è il primo a cantare in napoletano, o in lingua regionale… Rocco Hunt vinse tra i Giovani, Nino D’Angelo cantò in napoletano, Van Des Sfross in comasco, Luca Barbarossa in romanesco, i Tazenda in sardo, ma, caro Rich, in Italia la memoria è scarsa su tante cose. Te ne sarai accorto quando Ghali ha dovuto ricordare da quanti anni va avanti il conflitto in Palestina. Memoria scarsissima, come l’attenzione.
il trionfo di Big mama, il riconoscimento di Ghali e le discussioni importanti
Tipo, hai visto Big Mama? All’ONU a New York, a parlare di bullismo e di body shaming davanti a 2000 ragazze e ragazzi. E Ghali? Inserito nel «Time100 Next» (riconoscimento del Time dei leader emergenti) per il suo impegno con i migranti e l’inclusione. E l’Edicola Dargen (D’Amico), (che puoi recuperare su YouTube), per tutta la settimana del Festival ha esplorato i versi del brano Onda alta con esperti e giornalisti, che hanno dialogato, con Maura Gancitano e Andrea Colamedici di TLON, di migrazioni, conflitti e ambiente… e tutti a parlare del ballo del qua qua?
L’emozione del venerdì sera è difficile riassumerla in dati (anche vederti dirigere col Maestro Melozzi! È nostro amico, sai?): Gazzelle e Fulminacci con l’immortale Notte prima degli esami, Rose Villain con Gianna Nannini, i Santi Francesi con Skin che sembravano cantare da un altro pianeta, Diodato e l’omaggio a Faber con Jack Savoretti e Filippo Timi…
Vecchioni e Alfa: a Sanremo un’esibizione da brividi
Ma quella che più ci ha toccato, caro Rich, è l’esibizione di Roberto Vecchioni e Alfa. Hanno dimostrato quanto la musica può essere un ponte potente tra generazioni. Quando Vecchioni si è letteralmente fatto da parte per cedere al giovane collega i riflettori nell’ultima strofa, da lui reinterpretata, il legame che in quell’attimo si è creato tra due generazioni così distanti è stato da brividi, e ci insegna che è possibile, si può fare. Si può dialogare tra vecchi, giovani, uomini, donne, migranti, potenti, malati, alieni. La musica può e deve parlare a tutti di tutto. Anche di morte.
Il tema della vita e della morte
Perché del discorso di Giovanni Allevi han scritto tutti. Ma di Pino D’Angiò (71 anni) con i BNKR44 (23, 22, 21 anni), no. Pino ha affrontato la morte un sacco di volte, 6 operazioni alla gola gli hanno lasciato una sola corda vocale, e a Sanremo si è divertito, ha ballato, ma soprattutto ha cantato con quell’unica corda vocale, insieme a 4 esordienti, potenzialmente suoi nipoti. Non ha avuto bisogno di raccontarcela la sua voglia di vivere. Ce l’ha fatta vivere.
Caro Rich, scusaci se del nostro pianeta hai visto tanti difetti. Le polemiche, le urla, perfino i manganelli della polizia… siamo meglio di così. E la musica è una delle nostre invenzioni più belle e potenti. Portati quella come souvenir, quando torni a casa. Il resto non vale la pena…
Grazie per esserci venuto a trovare! Un abbraccio!
Deb, Ric, Ori, Nic e Ale – inviati del Bullone a Sanremo 2024