Social network, IA e il mondo del web: lo stretto rapporto con l’umanità
Che rapporto ha l’uomo con i social network, l’IA e il web?
Innanzitutto, prima di considerare gli svantaggi relativi bisognerebbe prima tener presente l’obiettivo per cui nascono questi mezzi e lo stretto rapporto che hanno con l’umanità. In principio l’informatica fondava le basi sulla comprensione dei fenomeni umani, e i sistemi stessi, procedure fisse per gestire l’informazione, avevano come riferimento il cervello umano e le sue reti neutrali. I computer e l’Intelligenza Artificiale derivano dalla necessità di memorizzare le informazioni.
Si può quindi osservare come le grandi differenze, evidenti a chiunque, tra l’essere umano e i «robot» siano in particolare due: le emozioni, da una parte, e memorizzare, archiviare, trattenere i dati, dall’altra. Le emozioni, questi demoni, di certo belli, ma così distruttivi non si possono controllare, anche sforzandosi; se possibile, la situazione peggiora reprimendole. Può accadere che nell’interazione con l’IA, la persona provi senso di appagamento nel dialogare e si autoconvinca di avere dall’altra parte qualcuno che è sempre d’accordo; il rischio, quindi, è di sviluppare sentimenti attrattivi nei confronti dell’Intelligenza Artificiale.
La natura di quest’ultima, invece, riconosce di servire l’utente attenendosi alle sue richieste o visione. La tecnologia è comoda, risolve problemi, apre le porte al confronto, non soffre, continua a vivere apparendo «immortale», da un certo punto di vista: perfetta, no? Si potrebbe quasi azzardare, un essere umano infallibile.

Il web: una voce per tutti.. ma come tutelarsi? Sempre più ragazzini accedono ai servizi online
Per quanto riguarda l’obiettivo di dare voce a chiunque sul web, è da considerarsi uno scopo ammirevole, non c’è che dire, solo che… Come ci si può tutelare e come tutelare gli altri? Imporre limiti, sapere chi si ha dall’altra parte, trasmettere chiaramente l’idea senza fraintendimenti, essere sé stessi sapendo di avere davanti chissà quante persone.
Si è spinti a fare attenzione, ma allo stesso tempo, a voler far parte del mondo. Come? Vorrei tanto dare una risposta, eppure ci sono troppi aspetti da considerare. Io sono fermamente convinta che tutti questi canali di comunicazione abbiano enorme potere e potenzialità: basta avere gli strumenti per comprenderli e utilizzarli. La soglia di età a cui si viene esposti a questi dispositivi è sempre più bassa.
Su questo aspetto, la scuola non dovrebbe avere un ruolo? Dal mio punto di vista, come studentessa, i mondi sembrano allontanarsi sempre più, tra chi è parte integrante di questa nuova realtà, chi si rifiuta, o continua a stare nella sua idea e concezione di «vecchio, meglio», e chi tenta di comprendere entrambe le parti. Lo noto a scuola, più che in altri ambienti, dato che la cattedra fa da confine. Gli insegnanti spesso consigliano di alternare le diverse fonti di informazioni, invitandoci ad utilizzare la tecnologia, senza però fornirci le competenze necessarie per navigare in modo appropriato.
È sempre più complicato comprendere se le notizie sono vere o false. È ancora più complicato farlo quando i social media mettono a disposizione tempi brevissimi (minori di un minuto) per riassumere concetti creati, perfezionati, fatti propri, in anni e anni, se non in intere vite, o generazioni.
– Lisa Roffeni
“Io sono fermamente convinta che tutti questi canali di comunicazione abbiano enorme potere e potenzialità: basta avere gli strumenti per comprenderli e utilizzarli.”