Intervista a Ilike Furesz, giornalista professionista
La prima cronaca l’ha fatta per la radio, a teatro, raccontando lo spettacolo Pinocchio Bazaar, il salto nel giornalismo che ricorda con affetto e orgoglio. Poi Ilike Furesz, giornalista professionista, ha fatto molte altre cose sempre nel campo del giornalismo, nella comunicazione, e nel ruolo di photo editor. Ma le sue radici restano in quelle prime uscite da cronista, sul campo, con attori, registi, nei cinema, nei teatri, con l’ansia di portare sempre «il bel pezzo» in redazione e di andare in onda senza fare errori.
Come è entrata nel giornalismo? Che cosa ha fatto prima di cominciare la professione?
«Mio marito, un giornalista professionista, mi ha presentato a un collega, Mario Luzzatto Fegiz del Corriere della Sera, che alla fine degli anni Settanta stava per fondare un’emittente radiofonica privata, Radio Regione. Era una radio “libera”, come si diceva allora, perché era appena stato superato il monopolio radiotelevisivo della RAI. Fegiz cercava qualcuno che si occupasse della cronaca degli spettacoli. Ero un’appassionata di cinema. Mi ero laureata in Lettere all’Università Statale di Milano con una tesi sul cinema western americano. Scrivevo già recensioni di film su piccole riviste. Accettai con entusiasmo, anche se non sapevo nulla di giornalismo radiofonico».
Qual è stata la sua prima cronaca radiofonica?
«Ho cominciato scrivendo recensioni e parlando in voce al microfono della radio. Poi il direttore Fegiz mi ha chiesto di fare la cronaca di uno spettacolo teatrale al Teatro Verdi Milano. Andai e registrai qualche passaggio della rappresentazione Pinocchio Bazaar. Poi nel camerino feci un’intervista al regista. Era Gabriele Salvatores, allora trentenne e poco conosciuto, lo stesso che nel 1992 avrebbe vinto l’Oscar con Mediterraneo per il miglior film straniero».
Com’è andata?
«È andata bene. Allora le piccole radio “libere” avevano pieno accesso al mondo dello spettacolo: erano una novità per la loro spigliatezza e indipendenza. Lo spettacolo era bellissimo: Pinocchio rivisitato da Salvatores con le musiche degli Stormy Six, una band rock molto famosa. Il direttore era contento del mio pezzo. Ho dovuto fare tutto da sola: trascinarmi a teatro un registratore professionale, il “Nagra”, che pesava nove chili e mezzo, mentre gli altri utilizzavano le musicassette, leggere, ma tecnicamente di bassa qualità; poi imparare a tagliare il nastro a mano e montare tutto, alternando la mia voce alla registrazione».
E come è proseguita la sua carriera?
«Dopo Radio Regione ho lavorato in Rai, con contratti a termine. Finiti i contratti, grazie a un annuncio su un giornale, ho trovato un posto di addetta stampa per una piccola casa distributrice di film rock. Ero giornalista pubblicista e sono diventata professionista molto più tardi, come photo editor nel gruppo Rizzoli Corriere della Sera».
Che cosa direbbe a chi si affaccia ora al mondo del giornalismo?
«Impara l’inglese. Fai un corso di dizione se vuoi fare il giornalista radiofonico. Io non ne ho avuto bisogno perché sono straniera e da piccola ho imparato l’italiano a scuola, senza alcun accento dialettale. E poi resta sempre curioso e con tanta voglia di raccontare».
– Ilike Furesz
“Impara l’inglese. Fai un corso di dizione se vuoi fare il giornalista radiofonico. Io non ne ho avuto bisogno perché sono straniera e da piccola ho imparato l’italiano a scuola, senza alcun accento dialettale. E poi resta sempre curioso e con tanta voglia di raccontare.”