Animenta con voi: Schwerelos, senza peso. Il poema che ci spinge a capire chi siamo

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Con Schwerelos, Antonella rompe il silenzio sui disturbi alimentari nelle donne adulte, sfidando lo stigma e i falsi miti. Il suo racconto è lotta, controllo e ricerca di libertà oltre il peso della malattia.
"Antonella, però, non è una ragazzina. Fa parte degli «ultimi degli invisibili», ossia quelle persone a cui sembra non sia concessa l’esistenza di un problema alimentare: le donne adulte. E se ponessimo più attenzione, probabilmente di questi invisibili ne noteremmo a bizzeffe, perché l’immagine corporea, l’attenzione al peso e al corpo, non termina con l’età adulta". Immagine generata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.

Schwerelos: il peso invisibile dei disturbi alimentari

Schwerelos è una parola tedesca che significa «senza peso», «privo di gravità», ed è anche il titolo della poesia che Antonella ha voluto condividere con Animenta e con tutti noi. Schwerelos racconta la storia oltre lo stigma, la verità dietro i falsi miti e le credenze che aleggiano quando sorge un problema di natura alimentare. Come l’età, ad esempio.

Non è un caso che, di solito, quando si sente parlare di Disturbi Alimentari le immagini più ricorrenti siano legate all’adolescenza, a ragazze definite «capricciose» – in taluni casi, addirittura «deviate» – che vogliono approcciarsi al mondo delle passerelle.

Antonella, però, non è una ragazzina. Fa parte degli «ultimi degli invisibili», ossia quelle persone a cui sembra non sia concessa l’esistenza di un problema alimentare: le donne adulte. E se ponessimo più attenzione, probabilmente di questi invisibili ne noteremmo a bizzeffe, perché l’immagine corporea, l’attenzione al peso e al corpo, non termina con l’età adulta. Anzi, forse l’intera società in cui siamo immersi, richiede sempre di più alle donne adulte di entrare nei corpi di ragazzine adolescenti.

Ma Antonella lo racconta benissimo. E Schwerelos spinge tutti noi a qualche riflessione.

Una mela è meglio di due e mezza è meglio di una

e quando lo decido io

– c’è sempre qualche idiota che pensa, è vanità,

una cura di bellezza, e invece è battaglia

per arrivare in cima, quella che non ce la faceva,

nemmeno venti metri, quella seduta a guardare che succede

e ora passo su passo, più veloce

chilometro su chilometro non esistono limiti

il più grande crimine sono i limiti che uno si crea da sé

chilometro più chilometro, briciola meno briciola

resta al comando, resta al controllo

di ogni più piccola trasformazione –

chi vince sé stesso vince il mondo

vince ciò che non sa fare

sconfigge il peso di ciò che non ha saputo essere

di ciò che non ha saputo dire

al momento giusto

il peso del coraggio che non è riuscito ad avere

di ciò che non ha saputo vedere

il peso dei ruoli lì già pronti da indossare

armatura

o camicia di forza

chi vince sé stesso ha il comando, il controllo

briciola da briciola, e non per sfilare

alla prossima passerella, che tanto faccio un altro mestiere

è per vincere la gara e chi sarò lo decido io

anche solo metà di me

potrà essere la migliore, quella che non sbaglia

sarà la più efficiente, quella che non spreca tempo

sarà un tiranno

Schwerelos, Antonella

Chi vince sé stesso vince il mondo / vince ciò che non sa fare / sconfigge il peso di ciò che non ha saputo essere / di ciò che non ha saputo dire / al momento giusto /il peso del coraggio che non è riuscito ad avere

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