Pareti parlanti: le emozioni dei B.Liver nell’ufficio di Fondazione Bullone

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Tra foto, sorrisi e parole, l’ufficio di Fondazione Bullone si trasforma in una galleria di emozioni: un gesto semplice che racconta storie, legami e crescita condivisa.

Primavera di trasformazione nel nostro ufficio

A inizio aprile, con l’arrivo della primavera, l’ufficio di Fondazione Bullone si è trasformato, non solo nello spazio, ma proprio nella sua atmosfera.

Un pomeriggio di creatività condivisa

Un pomeriggio ci siamo trovati per decorare lo spazio che ci ospita appendendo le foto che secondo i nostri ragazzi, i B.Liver, potevano raccontare la loro storia in Fondazione Bullone.

Fotografie come specchi di esperienze

Ognuno ha rappresentato la sua esperienza in Fondazione attraverso immagini di gite, sorrisi, sguardi, viaggi, panorami, momenti di relax, amicizia, riunioni di redazione e tanto altro. Alcune foto sono spuntate a sorpresa, come quella della consegna del giornale “Il Bullone” ad un Alessandro Borghi molto stupito al Giffoni Film Festival, che è stata prontamente attaccata alla vetrata dell’ufficio, ad accogliere i visitatori.

Volti, ritorni e ricordi

Per alcuni ragazzi era la prima visita al nostro nuovo ufficio, altri sono arrivati a sorpresa, dopo tanto tempo che non ci vedevamo, altri ormai dei partecipanti assidui. Insieme, abbiamo guardato le foto, ricordato, riso, parlato di chi ci manca e di quanto siamo cresciuti in questi anni di Fondazione Bullone.

Un gesto semplice, un significato profondo

In quel gesto semplice, scegliere e appendere una foto, c’è stato molto di più: un esercizio di consapevolezza, di memoria attiva, di cura verso sé stessi e verso gli altri.

Uno spazio che racconta

Un modo per i ragazzi di rileggere il proprio percorso, riconoscersi in un gruppo, trovare un posto anche nello spazio fisico che ci ospita. I B.Liver hanno deciso di organizzare le fotografie per temi, creando angoli che raccontassero tante storie e momenti: la sagoma di un Bullone gigante composto da foto ora sovrasta la postazione computer dove si siede sempre Annalisa – la nostra CRM Specialist; un altro angolo racconta l’Invisibile Festival, uno è dedicato ai viaggi, uno allo staff; Giorgia ha creato un collage dentro una cornice, una foto di Gemma vestita da cuoca osserva lo spazio dedicato alla pausa pranzo e sopra al citofono ora c’è una foto di Antonio a braccetto con un carabiniere… Insieme alle fotografie, sono state appese in diversi punti le “nostre parole”, quelle che ci hanno ispirato in diversi momenti, che abbiamo scelto con cura per descriverci.

Un ufficio che respira storie

Da spazio silenzioso e ordinato, l’ufficio è diventato un luogo vivo, personale, pieno di volti e racconti. Una storia collettiva appesa alle pareti.

Più di una decorazione

E poi la merenda e la voglia di restare, di condividere, trasformare, sentirsi parte. Per noi è stato molto più che decorare una stanza, è stato un gesto di affetto e appartenenza, di memoria e proiezione verso il futuro!

Un’esperienza educativa

Una storia di intrecci appesa alle pareti, un’esperienza educativa che ha trasformato un semplice pomeriggio in un’occasione di crescita condivisa.

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