Il vero valore umano: riflessioni su dignità, società e contraddizioni contemporanee
Perché i funerali di Papa Francesco sono stati seguiti da più di 500.000 persone, mentre, notizie come migliaia di morti sui campi di battaglia o per immigrazione non ricevono la giusta rilevanza da parte della stampa?
Perché Trump arresta ed espatria gli studenti universitari solo perché manifestano la propria opinione?
Queste domande, a mio parere, rilevano l’ingiustizia e le contraddizioni della società in cui viviamo: un mondo in cui sembra che il valore più elevato a cui può tendere l’uomo sia il successo materiale e quantitativo, che si allontana sempre più dal rispetto per l’uomo e dai suoi valori. Come affermava Papa Francesco: «Le scienze, nel loro tendere alla conoscenza e alla comprensione del mondo fisico, non devono mai perdere di vista l’importanza di utilizzare tale conoscenza per servire e promuovere la dignità delle persone e dell’umanità nel suo insieme».
Proprio la dignità umana è, secondo il pontefice: «il criterio-chiave nella valutazione delle tecnologie emergenti […] un autentico stato di diritto si verifica proprio nel trattamento dignitoso che tutti gli uomini meritano, specialmente i più poveri ed emarginati. Il vero bene comune si promuove quando la società e il governo, con creatività e rigoroso rispetto dei diritti di tutti, come ho affermato in numerose occasioni, accolgono, proteggono, promuovono e integrano i più fragili, indifesi e vulnerabili.».
E ancora «il valore fondamentale di una persona non può essere misurato da un complesso di dati. Nei processi decisionali sociali ed economici, dobbiamo essere cauti nell’affidare i giudizi ad algoritmi che elaborano dati raccolti, spesso in un modo surrettizio, sugli individui, sulle loro caratteristiche e sui loro comportamenti passati».
Il valore di una persona va al di là di una semplice valutazione quantitativa e materialistica, ad esempio, quanti soldi ha, quanto è famosa, che vestiti indossa… Oggi si assiste in molti casi, a un cambiamento della mentalità tradizionale, basti pensare a personaggi social come influencer, vip, youtuber, figure seguite da milioni di followers, che in un certo senso stravolgono il concetto stesso di valore e meritocrazia cui eravamo abituati. Prima il valore, aveva più un rilievo storico ed era collegato ad atti di eroismo come il sacrificio per la patria, o per una nobile causa. Per raggiungere un simile eroismo era indispensabile possedere le quattro virtù cardinali: temperanza, ovvero la capacità di perseverare in una giusta causa; giustizia, cioè agire in modo equo e saggio; prudenza, ovvero la capacità di discernere il bene dal male; fortezza, cioè la capacità di affrontare con coraggio le difficoltà. Per me, il valore di un essere umano consiste nella sua capacità di rispettare sé stesso e il mondo in cui vive, cercando sempre di andare oltre i propri limiti ed egoismi, riconoscendo l’importanza dell’incontro con le altre persone che definiscono e sostengono il nostro cammino.
Per questo penso che i disabili e, in generale, le persone in difficoltà, siano «facilitati» in quest’ ottica: essi sono portati quotidianamente a confrontarsi con barriere e impedimenti interni a sé stessi ed esterni, e ad andare oltre ad essi per riuscire a vivere una vita più degna possibile.
Come ci ricorda papa Francesco: «Essi sono portatori di abilità differenti». Ogni persona infatti è parte integrante della famiglia universale e nessuno dev’essere vittima della cultura dello scarto, nessuno. Questa cultura che genera pregiudizi e reca danno alla società. «Generare e sostenere comunità inclusive – spiega il Pontefice – significa eliminare ogni discriminazione e soddisfare concretamente l’esigenza di ogni persona di sentirsi riconosciuta e di sentirsi parte. Nel tentativo di costruire una società più giusta».
– Giovanni Giraudi
“Ogni persona infatti è parte integrante della famiglia universale e nessuno dev’essere vittima della cultura dello scarto, nessuno. Questa cultura che genera pregiudizi e reca danno alla società. «Generare e sostenere comunità inclusive – spiega il Pontefice – significa eliminare ogni discriminazione e soddisfare concretamente l’esigenza di ogni persona di sentirsi riconosciuta e di sentirsi parte. Nel tentativo di costruire una società più giusta».”