Duomo di Milano: la bellezza che non occupa spazio, lo riempie
Grazie al contributo della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano e di Don Giovanni Emidio Palaia, alcuni dei nostri B.Liver hanno avuto la possibilità di varcare le soglie dell’immensa cattedrale del Duomo, immergendosi in un viaggio tra arte, storia e spiritualità, tra le navate gotiche di uno dei simboli più maestosi del patrimonio italiano. Un’esperienza non solo visiva, ma emotiva, in grado di trasmettere il peso dei secoli e la forza della fede che ha attraversato le generazioni. Per secoli è stata la domus degli abitanti di Milano, un luogo sacro di ritrovo spirituale, un punto di riferimento che i cattolici dell’epoca riconoscevano come fulcro della vita religiosa e comunitaria.
La prima pietra fu piazzata nel lontano 1387, per ordine di Gian Galeazzo Visconti, primo duca di Milano, e fu l’inizio della costruzione di un’opera artistica e architettonica che avrebbe fin da subito simboleggiato non solo la grandezza spirituale di Milano, ma anche la sua maestosità politica e culturale.
Nei secoli, centinaia di artisti, architetti, scultori e artigiani hanno fuso insieme le loro arti con l’obiettivo di realizzare quella che oggi è la terza chiesa più grande d’Europa, dopo San Pietro nella Città del Vaticano e la Cattedrale di Siviglia. Ogni dettaglio, dalla ricchezza delle decorazioni al fascino dei magnifici mosaici, dalle oltre 3.000 statue scolpite, alle decorazioni gotiche che ornano per intero la cattedrale, racconta una storia costituita da una grande dedizione, da un’ammirabile pazienza e da una fede indissolubile.
La costruzione della cattedrale si è svolta in un periodo di cinque secoli grazie alla famosa Veneranda Fabbrica del Duomo, un’istituzione composta da 300 dipendenti, guidata dall’architetto Simone da Orsenigo. Il duca Galeazzo concesse alla fabbrica l’utilizzo esclusivo del marmo della cava di Candoglia (conosciuta proprio per aver fornito per intero il marmo per la costruzione) e l’esonero dal pagamento dei tributi.
Nel 1389, invece, Nicolas de Bonaventure, architetto francese, venne scelto come capo dirigente per la costruzione della chiesa. Egli diede una forte impronta gotica, lo si può vedere dalla parte esterna della Cattedrale, ricoperta di marmo bianco-rosa, così come la cima colma di numerosi pinnacoli e torri coronate da statue che contemplano il centro di Milano.
Giuseppe Perego, nel 1774, scolpì una statua di rame d’oro che prende posizione nel punto più alto del tempio: la Madonnina, figura fortemente simbolica di Milano.

La costruzione della parte superiore del Duomo finì nel 1814 e la facciata è stata terminata per ordine di Napoleone Bonaparte.
Oggi, camminando tra le navate della cattedrale, si percepisce tutta la maestosità di un’opera che ha impiegato secoli di lavoro e che ancora oggi continua a trasmettere meraviglia. I B.Liver hanno potuto ammirare da vicino le imponenti colonne che si slanciano verso l’alto, i giochi di luce che filtrano dalle immense vetrate istoriate e le sculture create con cura e attenzione ai dettagli.
Ogni guglia, ogni statua, racconta una storia scolpita nella pietra. Alcune sono figure bibliche, altre allegoriche, altre ancora veri e propri misteri da decifrare. Camminare tra queste opere è come percorrere un sentiero sospeso tra arte e fede, dove l’uomo ha cercato un modo per avvicinarsi alla bellezza, perché il Duomo è anche questo: un luogo di bellezza, costruito per risollevare gli animi. Quando varchiamo la sua soglia, percepiamo che lì dentro qualcosa ci parla senza bisogno di parole. Ma cos’è esattamente questa bellezza?
Spesso la riduciamo a qualcosa di superficiale, legata all’estetica o al gusto personale. Ma la bellezza, in realtà, è molto di più. È una forma di verità che si rivela.
Il Duomo è stato costruito proprio per questo: per elevare lo sguardo, per invitare l’uomo a uscire da sé e contemplare qualcosa di più grande. Le guglie che si protendono verso l’alto sembrano voler ricordare che non siamo fatti solo per stare a terra.
Il Duomo, allora, non è solo una casa della fede, ma una casa della bellezza. Un luogo dove anche chi non crede può sentire che esiste qualcosa di più profondo, che vale la pena cercare.
Nel cuore del Duomo si trova anche una meridiana, un vero e proprio orologio di luce che filtra, scandisce il tempo e diventa simbolo di bellezza: una bellezza che non divide, ma moltiplica. Questo è il suo miracolo più grande. Forse, ciò che oggi vediamo e ammiriamo, a quei tempi nessuno l’aveva. Eppure era già lì, pronta ad affiorare.
Perché la bellezza non occupa spazio, lo riempie.
– Amy El Kamli
“Ogni guglia, ogni statua, racconta una storia scolpita nella pietra. Alcune sono figure bibliche, altre allegoriche, altre ancora veri e propri misteri da decifrare. Camminare tra queste opere è come percorrere un sentiero sospeso tra arte e fede, dove l’uomo ha cercato un modo per avvicinarsi alla bellezza, perché il Duomo è anche questo: un luogo di bellezza, costruito per risollevare gli animi. Quando varchiamo la sua soglia, percepiamo che lì dentro qualcosa ci parla senza bisogno di parole. Ma cos’è esattamente questa bellezza.“