Animenta con voi – ComeStai? Noi ci siamo

Autori:
Con Comestai e Animenta la domanda «Come stai?» diventa cura: un modello circolare, umano e accessibile per chi affronta un DCA.
Foto tratta dal sito https://comestai-centrodca.com/

Comestai e Animenta: una domanda che diventa cura

Quante volte ci siamo sentiti chiedere «Come stai?» senza riuscire a rispondere davvero? Dietro quella domanda si può nascondere un mondo: dolore silenzioso, bisogno d’amore, lotte interiori… Ma se invece diventasse il primo passo verso la cura?

È con questa premessa che nasce Comestai, una realtà nuova che da aprile 2025 cammina al fianco di Animenta, fondata anch’essa da Aurora Caporossi. Le due realtà insieme danno forma a una risposta concreta, umana e soprattutto accessibile per chi affronta un DCA ogni giorno, in uno Stato dove continuano a rallentare i processi di cura.

Animenta – ormai lo sappiamo – nasce dall’esperienza, dall’ascolto, dalle storie vere. I volontari sono una rete viva e presente sul territorio: un abbraccio per chi non trova parole, una presenza per chi si sente invisibile.

Comestai, invece, fa un passo avanti: quella fragilità la trasforma in un percorso terapeutico completo. Un’équipe che lavora online e in presenza per offrire supporto reale, continuo, e soprattutto personalizzato.

Questa unione non è solo una somma di forze: è una nuova visione della cura. Chi si affida a Comestai può essere accompagnato in un percorso clinico su misura, e chi si affida ad Animenta trova una comunità attiva e vivace, che accoglie e sostiene.

Insieme, portano avanti un modello circolare: dalla prevenzione alla terapia, dalla sensibilizzazione al reinserimento.

I Disturbi Alimentari non si vedono sempre, ma si sentono. Sono dolori profondi, invisibili; tentativi di controllo, richieste d’aiuto. Per questo serve uno sguardo attento, integrato e umano.

Comestai e Animenta sanno bene che curare non è solo guarire, ma ricostruire un senso alla vita. A volte, basta iniziare da un gesto semplice: chiedere davvero, con intenzione, «Come stai?»

Questa sinergia abbatte barriere geografiche, economiche e culturali: chiunque, ovunque; ma soprattutto, si fa portatrice di un messaggio potente: non siamo soli, non siamo sbagliati. Non siamo invisibili.

Ci sono mani tese, parole che ascoltano, reti che sostengono. E la rivoluzione, forse, comincia da qui: da una domanda che è già una promessa. Comestai. E da una risposta che non cambia mai: «Noi ci siamo».

– Cristina Procida

“Ci sono mani tese, parole che ascoltano, reti che sostengono.E la rivoluzione, forse, comincia da qui: da una domanda che è già una promessa. Comestai.E da una risposta che non cambia mai: «Noi ci siamo».”

Ti è piaciuto ciò che hai letto?

Ricevi adesso l’ultimo numero del nostro mensile “Il Bullone”, uno spazio in cui i temi cardine della nostra società vengono trattati da un punto di vista “umano” e proposti come modello di ispirazione per un mondo migliore.

Ricevi ultimo Bullone
 
 
 
 

Diffondi questa storia

Iscriviti alla nostra newsletter

Newsletter (sidebar)
 
 
 
 

Potrebbe interessarti anche:

Torna in alto