Il futuro tra promesse e scelte: tra sogno e realtà
Vorrei iniziare questo articolo regalandovi una stupenda poesia di Gianni Rodari:
«Il futuro, credetemi,
è un gran simpaticone,
regala sogni facili a tutte le persone.
“Sarai certo promosso“
giura lo scolaretto.
“Avrai voti lodevoli,
vedrai, te lo prometto”
Che gli costa promettere?
“Oh, caro ragioniere,
di cuore mi congratulo;
lei sarà cavaliere!”
“Lei che viaggia in filobus,
e suda e si dispera:
guiderà un’automobile
entro domani sera”.
“Lei sogna di… far tredici?”
Ma lo farà sicuro!
Sogni, promesse volano…
Ma poi cosa accadrà?
Che ognuno avrà il futuro
che si conquisterà».
Quante parole vere che ci fanno pensare a un futuro che di certo non ha niente di sognato. Rendiamo il pensiero più profondo e mettiamo in discussione questo tema complicato, ma essenziale: quanto davvero il nostro futuro dipenda dalle nostre azioni, e quanto invece sia frutto di circostanze al di fuori del nostro controllo.
Da un lato, crediamo che il futuro sia il risultato dei nostri sforzi, come sostiene il «nostro autore», dandoci forza, motivazione e senso di responsabilità. Ci permette di sentirci protagonisti della nostra vita, non spettatori. È un pensiero che ci sprona all’azione, alla disciplina, alla speranza.
Dall’altro lato, però, c’è la consapevolezza che non tutto dipende da noi. Ci sono variabili che non possiamo controllare, piccoli dettagli che fanno la differenza, come i contesti economici, sociali, eventi imprevisti, o semplicemente «il caso».

Immagine realizzata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.
Allora mi sorge questa domanda: possiamo pensare che il domani sarà il «premio» per ciò che abbiamo fatto, o diventa un atto di fede? Una consolazione? Un modo per dare senso alla fatica, anche quando i risultati non arrivano? Forse la verità è che possiamo influenzare molto del nostro futuro con impegno, visione e coraggio, ma non possiamo garantirlo.
Eppure, anche se non possiamo controllare tutto, stranamente abbiamo il potere di scegliere come affrontarlo, con quale spirito, con quali valori. In fondo, forse non si tratta tanto di sapere se il futuro ci premierà, ma di sapere se guardandoci indietro, saremo fieri di come abbiamo camminato verso di esso.
Quanto risulta complicata una sola parola che in fondo mette in gioco tutto ciò che ci resta di tempo in questa vita.
Con «futuro» non ci riferiamo solo a un concetto temporale: diventa speranza, paura e possibilità. Promessa mai certa, ma sempre presente. È qualcosa che non c’è ancora, ma che condiziona ogni nostra scelta, ogni nostro pensiero. Ed è proprio questa sua natura indefinita che lo rende così potente… e così complicato.
Vi proiettiamo noi stessi, i nostri sogni, le ambizioni, le ansie. Lo rendiamo il contenitore di ciò che vogliamo essere, ma anche lo specchio di ciò che temiamo di diventare. Ogni decisione, piccola o grande, si lega a quel tempo che ancora non esiste, ma che già ci pesa addosso.
Forse la domanda non è tanto cos’è il futuro, ma come scegliamo di viverlo, prima ancora che arrivi.
– Paola Gurumendi
“Con «futuro» non ci riferiamo solo a un concetto temporale: diventa speranza, paura e possibilità. Promessa mai certa, ma sempre presente. È qualcosa che non c’è ancora, ma che condiziona ogni nostra scelta, ogni nostro pensiero. Ed è proprio questa sua natura indefinita che lo rende così potente… e così complicato.”