La noia – Impariamo a non fare più le cose di corsa

Autori:
Alessia, di Casa di Deborah, riflette sulla lentezza e sul vuoto: solo fermandosi si riscopre se stessi e la creatività può fiorire.
"E durante le due settimane di vacanze estive ho fatto quello che queste parole mi hanno suggerito. Non ho programmato nulla". Immagine realizzata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.

Stare fermi per ritrovarsi: il valore della lentezza e del vuoto

«Stai ferma, non far scelte, resisti
Poi sarà il tempo di reagire, di ricostruire. Ma “dopo”…
Per ora, non ti muovere, resta lì dove la vita ti ha portato e avevi scelto di stare
».

Queste parole, che mi ha scritto una persona importante, risuonano nella mia testa ormai da dieci mesi.
Le porto addosso come un vecchio indumento che sa di conforto: morbido, protettivo, necessario. All’inizio mi hanno sorpresa, poi mi hanno salvata. Sono arrivate in una notte buia, quando tutto sembrava frantumato, e si sono messe a vegliare su di me. Sono diventate parte di me.

Il buio. Ne abbiamo parlato i primi giorni in Calabria con i ragazzi e i volontari di Casa di Deborah. «Da dove viene il buio per te?», ci viene chiesto.
«Dal troppo, dal pieno che non ci sta più».

Per anni la frenesia è stata parte di me, un ritmo meccanico che ha generato vortici sempre più veloci e la ruota del criceto non smetteva di girare. Fare tutto di corsa è diventato una specie di mio talento malato, ho imparato a fare più cose insieme, a trasformare il presente in una lista in cui si inserivano già le cose da fare il giorno dopo, la settimana dopo, il mese successivo. La lista non finiva mai. Persino le cose che amo si trasformavano in caselle da spuntare, negli avanzi della giornata. Il pieno non ci stava più.

E allora? Stai ferma.

E durante le due settimane di vacanze estive ho fatto quello che queste parole mi hanno suggerito.
Non ho programmato nulla. Strano per me, abituata ad avere tutto sotto controllo, a dare il contenitore giusto ad ogni cosa, il colore adatto, la forma perfetta. Ogni cosa al suo posto. Ma più riempivo, più avvertivo una pressione sottile.

Ho deciso di lasciare spazio al vuoto. Un vuoto che non spaventa ma che accoglie, il vuoto che ti fa respirare, il vuoto che ti salva come quando all’improvviso una bolla d’aria sotto una valanga ti protegge.

Stai ferma.
E no, non mi sono annoiata. Nella lentezza, nel silenzio, nel non fare tutto e subito mi sono ascoltata, mi sono riappropriata dei miei tempi, ho respirato, ho osservato le albe e i tramonti, ho cucinato delle torte, ho trascorso del tempo calmo con mio marito, ho letto libri, ho fotografato fiori, ho passeggiato da sola, lentamente.

La lentezza rimette i pezzi al loro posto: ti restituisce il respiro, ti ricorda che le relazioni hanno bisogno di spazio per crescere, che il lavoro non può inghiottire tutto, che tu stessa non puoi continuare a correre senza perderti.

Stai ferma.
Non è arrendersi, non è rinunciare: è restituirsi il tempo per sé, per curarsi, per scegliere quando davvero muoversi. È capire quando è il momento di reagire, di ricostruire, di fare scelte piene e consapevoli.

Settembre è arrivato, con i suoi impegni e nuovi progetti all’orizzonte, ma per ora resto ancora un po’ qui, con le mani che odorano di torta e gli occhi pieni di albe.

Stai ferma. Non per sempre, ma finché serve.
E se questa è noia, allora voglio vivere di noia, perché porta con sé una possibilità preziosa: quella della creatività, della libertà. È nello spazio vuoto che nascono le idee più originali, che emergono le priorità più autentiche, che trovi il coraggio di scegliere davvero, senza riempire il tempo con qualsiasi cosa solo per paura del silenzio.

La noia non è un nemico, è un dono.
È una pausa che ti restituisce a te stessa. È un abbraccio invisibile che ti ricorda che non devi sempre correre, non devi sempre produrre, non devi sempre dimostrare.

Ho vissuto, davvero.

– Alessia Guglielmini

“Ho deciso di lasciare spazio al vuoto. Un vuoto che non spaventa ma che accoglie, il vuoto che ti fa respirare, il vuoto che ti salva come quando all’improvviso una bolla d’aria sotto una valanga ti protegge. Stai ferma.
E no, non mi sono annoiata. Nella lentezza, nel silenzio, nel non fare tutto e subito mi sono ascoltata, mi sono riappropriata dei miei tempi, ho respirato, ho osservato le albe e i tramonti, ho cucinato delle torte, ho trascorso del tempo calmo con mio marito, ho letto libri, ho fotografato fiori, ho passeggiato da sola, lentamente.”

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