La noia – Pensa che noia farsi bastare un telefonino

Autori:
Victoria, della comunità Exodus, esplora la noia come emozione umana potente: quando la mente è viva diventa creatività, ma se resta intrappolata si trasforma in torpore.
"Siamo una razza annoiata all’estremo: tutti gli agi e i vizi che l’evoluzione ci ha concesso non ci spronano a nulla di nuovo o eclatante. Probabilmente l’uscita del nuovo modello di iPhone smuove e stupisce, ma dura troppo poco per gratificarci". Immagine realizzata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.

La noia come specchio dell’anima: tra vuoto e rinascita

La noia va in due direzioni opposte e in qualche modo collegate tra loro: un’emozione o un’attitudine alla vita.

Nel primo caso il suo manifestarsi è sempre positivo, perché chi la incontra ha le capacità e uno stato di benessere che gli permette di sfruttarla e di andare oltre a questa.
Per farlo il soggetto mette in gioco la mente e la creatività, arrivando addirittura a conclusioni importanti per il suo percorso di vita, o semplicemente trovando un modo nuovo di affrontare il tempo libero, scoprendo così interessi e passioni.

Nel secondo caso, se l’emozione non trova sbocchi di sfogo, diventa incontenibile, così si sedimenta in chi non trova soluzioni ad essa. Diventa un’entità perenne, maligna, che ingloba e annebbia nella sua conosciuta foschia.
Le giornate sono infinite, pesanti, e la monotonia diventa quotidianità che sembra invalicabile.

“La noia non la provo più da quando sono alla Mammoletta: mi ha reso libera da una pesantezza che costituiva ormai la mia vita. Ora sono impegnata dentro e fuori di me.”
Immagine realizzata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.

La sensazione è caratteristica del periodo moderno che l’essere umano sta vivendo.
Siamo una razza annoiata all’estremo: tutti gli agi e i vizi che l’evoluzione ci ha concesso non ci spronano a nulla di nuovo o eclatante. Probabilmente l’uscita del nuovo modello di iPhone smuove e stupisce, ma dura troppo poco per gratificarci.

Forse per questo si aspira alla ricchezza quasi divinizzandola, perché permette di provare più esperienze adrenaliniche, di visitare più Paesi esotici, di avere la macchina più veloce.
Ma a quel punto tutto è a portata di mano, e tutto diventa noioso.

Non andando neanche troppo lontano con il pensiero, anzi, avvicinandoci a una verità tangibile che accomuna tutti, si vede come la noia dilaga con ancora più evidenza, al pari di un’epidemia che vede interessati soprattutto gli adolescenti. Ai ragazzi, da parte di un mondo adulto dal quale ci si aspetterebbe consapevolezza, viene dato in mano uno strumento diabolico che toglie lucidità.

Diventa spaventosamente sempre più comune vedere giovanissimi con qualche strumento elettronico tra le mani, che per questo non fanno attenzione alle persone che hanno intorno, amici o parenti che siano.
Sappiamo inoltre che i social hanno lo scopo specifico di attrarci con video rapidi, con colori pulsanti che catturano l’occhio e rendono la mente desiderosa di continuare a nutrirsi di questo.

Quando si ritorna al mondo reale, quello normale, oltre a non accettarlo, non si riesce a trovarne interesse: non cattura come il cellulare e finiamo per annoiarci, perennemente.

La maggior parte dei miei coetanei non parla, non esprime esperienze, interessi o altro, non perché non sappia verbalizzarli, ma perché non ne ha di concreti. Non ha prospettive per il futuro, tutto è di poco conto, senza distinzioni.

Penso che la soluzione alla noia sia andare a ritroso nella nostra storia evolutiva ed eliminare tutto ciò che ci ha resi troppo stabili. Serve precarietà per andare a fondo nei problemi, produrre soluzioni creative e renderci appagati da queste. Serve precarietà per non dare nulla per scontato, ma muoversi nello stupore di una novità che sia davvero mai vista. La noia non la provo più da quando sono alla Mammoletta: mi ha reso libera da una pesantezza che costituiva ormai la mia vita.

Ora sono impegnata dentro e fuori di me.

– Victoria Sirbu

Penso che la soluzione alla noia sia andare a ritroso nella nostra storia evolutiva ed eliminare tutto ciò che ci ha resi troppo stabili. Serve precarietà per andare a fondo nei problemi, produrre soluzioni creative e renderci appagati da queste. Serve precarietà per non dare nulla per scontato, ma muoversi nello stupore di una novità che sia davvero mai vista.”

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