di Maddalena Fiorentini, B.Liver
La B.Liver Maddalena ha sempre visto suo padre come una roccia, impossibile da scalfire. Eppure dopo la sua malattia, ha scoperto i mille volti di un padre e i migliaia di rapporti che possono avere.
Mio papà è sempre stato presente, per questo tema ci siamo fatti una chiacchierata insieme
Ho la fortuna di avere un padre presente e disponibile, per questo quando è stato proposto questo tema, sapevo di non volerlo fare da sola. Così, io e papà siamo andati un sabato mattina a fare colazione al solito bar per fare una chiacchierata insieme.
Alberto Scanni, nel libro Quel che resta di te, descrive la figura del padre di famiglia come un «pater familias, custode di valori da trasmettere, che vive in armonia con altri membri e costruisce un futuro».
Mio papà per me è sempre stato una roccia, fin da piccola mi ha insegnato a camminare a testa alta e a credere di poter superare qualsiasi ostacolo con la grinta e la forza di volontà. Finché lui stesso non si è trovato davanti a un ostacolo che non era possibile semplicemente superare, ma che bisognava accettare, per poi andare oltre. Da lì mio padre non era più un semplice supereroe invincibile, ma un uomo che aveva scelto tutti i giorni di esserci e di affrontare la vita.
Mio padre è sempre stato una roccia, ha scelto tutti i giorni di affrontare la vita
Prima di allora non avevo mai visto mio padre in difficoltà. Di carattere, mi ha spiegato, ha sempre «mandato giù» le emozioni, non è mai stata una scelta quella di nascondersi. Adesso però, so di poter chiedere a mio papà: «come stai?», e di ricevere una risposta sincera. Un po’ perché è cambiato lui e un po’ perché c’è stato un momento, in questo periodo di difficoltà, in cui io mi sono messa in una posizione di ascolto nei suoi confronti. Secondo me un figlio si deve anche mostrare pronto a ricevere la fragilità del genitore, assottigliando la linea di distanza generata dai ruoli.
Mio padre è cambiato tante volte, soprattutto quando è arrivata la mia diagnosi
Come è cambiato mio padre? Me l’ha raccontato lui stesso, senza che gli chiedessi nulla. È stata mia madre a dirgli che, nella loro vita insieme, aveva conosciuto tre uomini diversi: l’uomo prima della mia malattia, l’uomo che ha superato e sta superando questa situazione e l’uomo in mezzo a questi due episodi.
Prima della malattia mio padre si è descritto come chiuso nel suo lavoro e nei suoi pregiudizi, orientato su sé stesso. Lui ricorda ancora come la sua ignoranza lo stesse portando a sottovalutare una delle persone che poi sarebbe stata tra le più importanti nel mio percorso di cura: un medico serbo dal nome strano. Questa chiusura, dettata dall’ambiente in cui era cresciuto e dall’arroganza con cui pensava di poter stravolgere il mondo, è crollata con la mia diagnosi. Mi ha raccontato come anche solo un giorno in Day Hospital gli avesse aperto gli occhi: quella che stava vivendo non era vita.
Lo stesso anno suo padre venne a mancare: doppio colpo.

Dopo la mia guarigione mio padre è cambiato ancora
Dopo la mia guarigione c’era un uomo diverso, aperto verso il mondo e le persone. Qualche anno fa c’è stato il secondo grande ostacolo che gli ha insegnato a concentrarsi sul «domani» e non più su «ieri». Ha lasciato andare un peso che si portava appresso e ha imparato ad accettare aiuto.
Ora gli chiedo quanto suo padre abbia influito sul suo essere padre. Papà mi racconta che il nonno ha sempre «trasmesso pillole qua e là», ma non hanno sempre avuto un rapporto sereno. La grande differenza di età, circa 50 anni, e la voglia di farsi valere di mio padre, hanno creato non poche incomprensioni.
Dare opportunità, limiti e importanza: ecco cosa significa essere padre secondo il mio
Secondo mio padre essere genitori significa insegnare i limiti ai propri figli, rendendosi conto che anche l’ambiente e le influenze esterne avranno la loro importanza. Dare ai propri figli quante più opportunità possibili è fondamentale. In questo, mi confessa, è sempre stata più brava la mamma.
A questo punto mi lascio scappare quanto entrambi mi stiano ispirando giorno per giorno ad essere genitore. Papà conclude dicendo che è difficile vivere in un mondo come il nostro, che distrae dal fine ultimo dell’amore, ovvero donarlo agli altri, e non potrei essere più d’accordo.
Alla fine ho sempre saputo dove fosse mio padre, ma conoscerlo giorno per giorno come uomo è un privilegio e mi rende felice.
“Secondo mio padre essere genitori significa insegnare i limiti ai propri figli, rendendosi conto che anche l’ambiente e le influenze esterne avranno la loro importanza. Dare ai propri figli quante più opportunità possibili è fondamentale. In questo, mi confessa, è sempre stata più brava la mamma.”
– Maddalena Fiorentini