Intelligenza artificiale: utilità e insidie di una rivoluzione che cambia il nostro tempo
Da tempo l’intelligenza artificiale (AI) è un fenomeno esistente, ma solo negli ultimi anni si sta sempre più diffondendo questa modalità di ricerca.
Uno strumento indubbiamente utile ai fini dell’indagine scientifica o medica per fare procedimenti matematici in modo molto veloce, che un essere umano sarebbe in grado di concludere dopo mesi e pieni di errori.
La globalizzazione porta alla facilitazione della diffusione di ciò che un Paese sviluppa o scopre, così tutto diventa accessibile a tutti, rischiando di togliere il valore a ciò che ha un rilievo, minimizzandone la complessità. Si storna l’obiettivo che ha un oggetto, succede con qualsiasi cosa e sta avvenendo certamente anche con l’IA. Ovvio che rimane l’utilizzo ai fini della ricerca, ma vedo molti dilettarsi con questo sistema per puro e semplice divertimento, dato che è un dispositivo in grado di dare risposta e se vogliamo «conversare».
L’aspetto di relazionarci con un computer, un oggetto inanimato e privo di sentimenti, incuriosisce, in qualche modo ci compiace. L’abbiamo già visto con Siri, voce integrata nel sistema iPhone di Apple, con la quale anch’io stessa, per curiosità, scambiavo frasi. Siri non ha nulla a che vedere con ChatGPT, l’Intelligenza Artificiale che può generare immagini, disegni, testi, calcoli matematici e addirittura intere lezioni, praticamente qualsiasi cosa.
Nell’ambito scolastico, vista la sua accessibilità e il costo zero, è un oggetto alla portata di tutti e spinge alla superficialità nell’apprendimento.

Immagine realizzata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.
Uno strumento del genere è estremamente dannoso perché si tratta di una semplificazione della vita, elimina la ricerca intensa per la risoluzione di un problema di qualsiasi tipo. Instaura il processo di frenesia che si trova nella vita di tutti noi: non avere quel minimo di pazienza, o più in generale, di pace che basterebbe per stare meglio; bisogna imparare che le cose richiedono un tempo, più o meno breve a seconda del tipo. Volere tutto e subito è un meccanismo imposto, invalicabile se si è ottenebrati dal ritmo incessante e sicuramente veloce a cui si è sottoposti dall’esterno. L’uomo, come tutti gli esseri viventi, necessita di pace e di seguire l’andamento delle giornate, senza le quali è nella nebbia della prosaicità. Dunque l’Intelligenza Artificiale ci allontana dall’umanità, togliendo il naturale ritmo della quotidianità, ci rende automi.
In un percorso comunitario questo non accade, ad esempio, quello che sto intraprendendo non lascia spazio alla tecnologia intesa come strumenti in grado di allontanarci da noi stessi e da chi ci sta attorno. Soprattutto lo smartphone aliena dal mondo circostante, spostando il focus in un mondo virtuale piuttosto che in quello reale.
In conclusione, nonostante riconosca l’importanza e l’utilità che l’AI possiede, non investirei energie e tempo per la creazione di una di queste, in quanto credo che sia più distruttiva che benefica.
– Victoria Sirbu
“L’uomo, come tutti gli esseri viventi, necessita di pace e di seguire l’andamento delle giornate, senza le quali è nella nebbia della prosaicità. Dunque l’Intelligenza Artificiale ci allontana dall’umanità, togliendo il naturale ritmo della quotidianità, ci rende automi.”