Il futuro è nelle nostre mani: tra pessimismo collettivo e responsabilità condivisa
Credo che il futuro sia un tema profondo, che racchiude molteplici complessità, causate anche dall’ampiezza concettuale del termine. Il futuro riguarda diversi aspetti della realtà, che vanno a volte a intersecarsi tra loro, creando una fitta rete di possibilità. Si può parlare del futuro ponendo la propria attenzione sulla soggettività, così come su ciò che rappresenta l’interesse collettivo.
Penso che, a livello sociale, il futuro sia spesso filtrato attraverso una luce pessimista, in quanto ciò che accade nel presente può far riflettere molto sulle ipotesi e conseguenze di certi eventi, azioni e mentalità.
Basti pensare, ad esempio, alla guerra e a ciò che offre come spunti di riflessione: non è semplice avere una visione ottimista del futuro quando la tensione nel mondo è così intensa, quando la fame e la sofferenza altrui vengono viste con indifferenza, o addirittura sfruttate per un tornaconto personale.
Quando la cattiveria è all’ordine del giorno e il buonsenso viene messo da parte.
Penso che sia facile credere che il futuro della nostra società e delle persone che la compongono sia in qualche modo compromesso. Questo pensiero nasce dall’apparente passività del ruolo che ogni persona può avere nel contesto in cui è inserita: penso alla scarsa premura di molti nei confronti di ciò che accade quotidianamente e all’incuria verso problemi come il cambiamento climatico o l’inquinamento ambientale.
Succede che si ignorino le conseguenze dei nostri comportamenti fino a quando queste non ci toccano direttamente.

Immagine realizzata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.
Questo è un problema di notevole grandezza, perché siamo proprio noi — con la nostra determinazione e il nostro impegno quotidiano — a costituire le fondamenta per la costruzione di un futuro migliore per tutti.
Se non agiamo nella praticità, il futuro rischia di essere prevedibile in senso negativo. Si può anche affermare di essere interessati a un esito positivo dell’avvenire, ma non lo si è veramente fino a quando le nostre azioni non confermano questo.
Credo che siano le piccole cure e i piccoli riguardi a fornire un contributo decisivo al futuro del singolo e del collettivo. Una persona, presa nel suo piccolo, è niente, ma è proprio quando più soggetti lavorano insieme che il nostro potere d’influenza aumenta considerevolmente.
Anche l’ignoranza sempre più diffusa ha un impatto significativo, perché spinge a seguire un’impronta erronea che non può che portare al peggioramento. Per questo credo che la sensibilizzazione sulle minacce verso il futuro sia una delle priorità, insieme alla necessità di concentrarsi sulle giuste problematiche su cui lavorare per una risoluzione concreta.
Un atteggiamento di fondamentale sostegno — per quanto difficile da realizzare — potrebbe essere lo stabilire un obiettivo collettivo, da perseguire con costanza da parte di tutti.
Ma questo resta troppo generico fino a quando le persone non saranno più collaborative.
Credo che si sia diffusa anche una mentalità di rassegnazione nei confronti del futuro.
A volte si pensa che sia inevitabile che le cose vadano male e che non possiamo farci niente; si tende a dimenticare il nostro potere decisionale e l’influenza che abbiamo su ciò che accadrà.
Da soli si può costruire qualcosa, ma è insieme che si è più forti.
Le cose possono cambiare, ma dipende da noi quello che succederà.
Non bisogna vivere il presente passivamente e con sconforto, ma ricordarsi invece che il futuro può essere positivo se le persone si impegnano a renderlo tale.
– Lorenzo Sabatino
“Da soli si può costruire qualcosa, ma è insieme che si è più forti. Le cose possono cambiare, ma dipende da noi quello che succederà.Non bisogna vivere il presente passivamente e con sconforto, ma ricordarsi invece che il futuro può essere positivo se le persone si impegnano a renderlo tale.”