Abbracci a Capo Stella: quando il “noi” vince sulla solitudine
Questa domenica, insieme ai miei compagni della Mammoletta, sede elbana di Exodus di don Antonio Mazzi, siamo stati coinvolti dall’associazione Vagamonti in un’esperienza che mi ha fatto capire molte cose, ad esempio, che quando — molto spesso — ci lamentiamo, non sappiamo minimamente che cosa stiamo dicendo.
Stamattina, insieme a tanti altri volontari, abbiamo accompagnato quattro persone con disabilità motorie in un trekking presso Capo Stella, qui all’Isola d’Elba. Queste persone, come Alessandra, Mariastella e Maurizio, si muovevano su una particolare specie di sedia a rotelle chiamata Joëlette. Con questo fantastico sistema e con l’aiuto di un individuo normodotato, anche chi vive questa condizione può tranquillamente avventurarsi in sentieri tortuosi. È stata un’esperienza nuova per me: mi sono messo in gioco aiutando Mariastella in quest’impresa. Ci siamo divertiti tantissimo, tra risate e un panorama mozzafiato sulle isole di Montecristo e Pianosa.

Immagine realizzata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.
Il trekking è durato tutta la mattina e verso l’ora di pranzo siamo tornati al punto di partenza per la conclusione dell’attività. Mariastella doveva passare dalla Joëlette alla sua carrozzina, così mi ha abbracciato, ed io, con un po’ di sforzo, l’ho alzata e aiutata a fare questo passaggio.
In quel momento, durato al massimo due minuti, in quell’abbraccio, ho sentito un caldo potentissimo al cuore, al mio corpo intero. È stata una cosa semplice, ma allo stesso tempo una delle più belle che abbia mai fatto o provato, al pari di quando ti innamori di una persona e senti quel brivido anormale passarti dentro.
Io sono un ex tossicodipendente, con un passato molto difficile, pieno di sofferenza, ma da quando vivo la comunità — e la vivo non perché ci abito — ho sposato i principi sui quali essa si basa.
Penso che anche la più grande delle difficoltà può essere alleggerita e debellata se mettiamo da parte l’io e diamo spazio al «noi», allo stare insieme e alla relazione, facendo svanire le lamentele sulle sfide della vita.
– Lapo Longinotti
“Io sono un ex tossicodipendente, con un passato molto difficile, pieno di sofferenza, ma da quando vivo la comunità — e la vivo non perché ci abito — ho sposato i principi sui quali essa si basa.Penso che anche la più grande delle difficoltà può essere alleggerita e debellata se mettiamo da parte l’io e diamo spazio al «noi», allo stare insieme e alla relazione, facendo svanire le lamentele sulle sfide della vita.“