Il 15 maggio 2024, presso la Camera dei deputati, si è svolto un importante dibattito sul tema della valorizzazione delle differenze all’interno delle imprese. Il presidente della Fondazione Bullone, Bill Niada, insieme al direttore Sofia Segre Reinach e al B.Liver Salvatore Cristiano Misasi, hanno affrontato la sfida di trasformare l’obbligo legislativo in una vera ricchezza per le aziende.
Il dialogo si è svolto con l’onorevole Luciano Ciocchetti – deputato e Vicepresidente della Commissione Affari Sociali alla Camera dei deputati e l’onorevole Gian Antonio Girelli – deputato e membro della Commissione Affari Sociali alla Camera.
In un’Europa dove le persone con disabilità o malattie croniche lottano per trovare spazio nel mondo del lavoro, noi del Bullone ci poniamo come sempre l’obiettivo di cambiare il paradigma. Secondo dati Eurostat, in Italia solo il 51,3% delle persone con disabilità trova occupazione, e anche chi lavora spesso vive situazioni di discriminazione. Tuttavia, la diversità non è solo un obbligo da adempiere, ma un’opportunità preziosa per le aziende e noi del Bullone lo possiamo testimoniare attraverso il nostro lavoro quotidiano e i progetti che realizziamo con le aziende.
«I ragazzi, attraverso il lavoro e la disciplina del fare, ritrovano la propria identità, dove la malattia è un “anche” della propria esperienza e non un “tutto”». Così ha dichiarato il nostro presidente Bill. «In questa società in cui le aziende devono sempre di più sottoscrivere la diversità e l’inclusione, senza però avere chiaro come farlo, noi diventiamo uno strumento».
Sofia Segre Reinach, direttrice generale del Bullone, ha sottolineato l’importanza di creare una cultura aziendale inclusiva: «È necessario si lavori tutti insieme per diffondere una cultura collettiva in cui l’inclusione lavorativa di persone con disabilità o in differenti situazioni di fragilità, non sia per le aziende solo una cosa da dover fare, ma che possa essere realmente vista come risorsa. Una cultura sistemica, per cui una persona in categoria protetta non debba essere semplicemente piazzata da qualche parte, ma che possa essere realmente guardata per il suo potenziale di persona da formare, far crescere, valorizzare».
Ma tutte queste sarebbero solo parole, se non ci fosse la testimonianza diretta del nostro grande B.Liver, Salvatore Cristiano Misasi, che ci ha raccontato come solo lui sa fare, del nostro lavoro quotidiano: «I coordinatori del Bullone sono come dei minatori: nel fango, dove nessuno andrebbe a mettere le mani, vanno a ricercare diamanti grezzi, che siamo noi. Se la luce riflessa dell’esperienza del Bullone si proiettasse nella società, il mondo sarebbe un grande diamante esagonale, dove ognuno può riconoscersi in ogni singolo suo taglio». Che dire…grazie Cri!!
La Fondazione Bullone ha già avviato numerosi progetti di collaborazione con aziende come Sky Italia, Barilla, Nestlè e Mediobanca, dimostrando che l’inclusione non è solo un dovere legislativo, ma una vera fonte di arricchimento per tutti.