Sentirsi vivi: libri, musica e parole
È difficile pensare alla sensazione di «sentirsi vivi» solo in chiave positiva, perché anche nella noia, nella rabbia o nell’angoscia siamo vivi, poiché stiamo provando.
Quindi, i luoghi in cui mi piace sentirmi viva, nella maggior parte dei casi, sono in compagnia delle persone più importanti. Spesso, poi, c’è la musica, che sia in macchina, al bar o all’aperto. Se il ritmo è giusto il corpo si muove da solo e diventa tutt’uno con il pensiero: uno tra le tante energie delle persone intorno che si percepiscono e fanno bene. Mente e corpo diventano così connessi da farmi sentire parte della vita stessa.
Quando non c’è la musica devono esserci le parole. Arrivare a poter confidare a qualcuno i propri pensieri più sbagliati, folli o sinceri è un grande privilegio. I discorsi e le connessioni migliori nascono nei posti più improvvisati, per cui può essere una panchina, un muretto o tra i banchi di scuola. La libertà di espressione nella relazione è la più importante, perché definisce la nostra identità, e per sentirsi vivi bisogna esserci.
Quando non ci sono parole, ci sono le risate. Ogni volta che si ride, che sia con amici o sconosciuti, intrinsecamente si apprezza un po’ di più la vita. Non esiste un luogo solo per ridere, anzi, spesso si ride nei posti sbagliati.

Immagine generata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.
In comune tra queste situazioni vi è la distanza dal pensiero di routine. Sono onde che increspano la linea piatta della quotidianità. Quando non si pensa ad altro, se non al momento che si sta vivendo, allora quel luogo diventa un luogo in cui sentirsi vivi.
Ci si può sentire vivi anche da soli
Sull’altra faccia della medaglia vi sono anche luoghi da vivere in solitudine. Ci si può sentire vivi anche da soli.
La natura di per sé è vita, ma lo si percepisce principalmente quando si riesce ad apprezzarla da sé. Può essere un tramonto o un’alba, un ruscello o il mare, ma anche uno scorcio dalla finestra. L’essere soli in mezzo a quella grandezza ci permette di ridimensionare la nostra esistenza e di apprezzare la vita del qui e dell’ora. A tutti è capitato, guardando un paesaggio spettacolare, di pensare: «che bello essere vivi per poterlo vedere».
Sempre la natura, ma in un’altra forma, continua ad essere testimone di vita. Quando ci si prende cura del proprio corpo e si sceglie di dedicare del tempo a sé stessi, allora quel momento diventa prezioso e permette di sentirsi vivi, in quanto presenti e bisognosi di cure e attenzioni.
Spesso nella frenesia della vita di tutti i giorni, ci si dimentica di essere vivi, mentre, anche nella solitudine, la presa di coscienza della propria esistenza permette di apprezzare la vita in ogni luogo. Basta sedersi su una panchina a un centro commerciale e osservare i passanti per un’ora: sono un intreccio di vite talmente fitto, da far percepire la bellezza della vita anche lì.
Come non poter parlare, però, dei luoghi di vita per eccellenza: i libri. Non ci si sente vivi solo in luoghi materiali, infatti le trame trasportano in realtà parallele dove si sperimenta la vita di qualcun altro. Leggere per ore e poi alzare la testa è come ricevere una secchiata d’acqua gelata in testa, perché fisicamente ci si sentiva altrove e si stava vivendo la storia in prima persona, quindi, l’impatto con la realtà è sempre forte. Per questo, quando ci si sente disconnessi dalla propria realtà, è comodo fuggire in quella di qualcun altro. Pagina dopo pagina, però, in punta di piedi il libro dà e noi assorbiamo, ricaricando la nostra realtà di vita.
– Maddalena Fiorentini
“Per sentirsi vivi bisogna esserci.“