Parole che cambiano: sporcarsi il cuore con lo studio per tirare fuori la libertà

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La B.Liver Diletta racconta come insegnare italiano e storia possa diventare un viaggio nella libertà, tra scoperte, verità nascoste e rivoluzioni interiori.
diletta vignati parole che cambiano
"Succede che un adolescente scelga di sporcarsi il cuore con la verità di quel che è accaduto davvero nella storia e lascia perdere per un’ora l’inganno di quel che accade solo su TikTok. Da qui, è poi un attimo perché si renda conto che la storia non si ferma e continua oggi a Lampedusa,  al supermercato, in un reparto d’ospedale e dentro casa". Immagine realizzata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.

Parole che cambiano: imparare la libertà dai banchi di scuola

Insegno italiano e storia in un istituto tecnico statale della provincia di Milano.

Forse il lavoro più piacevole del mondo, per quanto mi riguarda. Insegnare italiano significa che il mio compito è invitare i ragazzi a comunicare, con la voce e con la penna: una posizione privilegiata per conoscerli, facendomi raccontare il loro carattere e le loro vite. Non è vero che gli adolescenti non parlano: parlano tantissimo, basta non pensare di sapere già cosa diranno. Insegnare storia significa portare in classe ogni giorno gente che ha cambiato il mondo, nel bene e nel male (hai presente Napoleone, Cesare, Franco Basaglia…?): un altro privilegio, perché ai ragazzi stanno simpatici quelli che non hanno paura di rovesciare il tavolo. Il fatto di insegnare in un istituto tecnico è il terzo privilegio, perché non è un liceo con la sua ansia di seguire il programma. Ultimo privilegio: è una scuola statale, condizione che garantisce una libertà molto ampia di scegliere quali argomenti approfondire e in che modo farlo.

Ciliegina sulla torta, siamo alla fine dell’autunno: non c’è ancora l’ansia dei voti (un’insufficienza si potrà recuperare), ma io e i ragazzi abbiamo ormai preso il ritmo, ci siamo sintonizzati e siamo entrati nel vivo del programma e delle nostre chiacchierate. Le regole del gioco sono chiare: i ragazzi hanno capito cosa possono fare con me, io ho capito cosa posso e cosa non posso fare con loro.

Bene, a questo punto posso iniziare a chiedere loro di essere liberi. La sfida più difficile! Iniziamo quindi con qualcosa di facile: la prima forma di libertà è decidere se studiare, quando studiare e come studiare. Niente di diverso da quello che succede in ogni classe da che esiste la scuola. Ne approfitto solo per sfatare un mito, se è ancora necessario: non è vero che gli adolescenti siano superficiali e svogliati. Mi sembra, però, che abbiano talmente tante opzioni tra cui scegliere per riempire il loro tempo, che l’offerta con cui la scuola deve catturare la loro attenzione ha bisogno di essere davvero valida.

Poi, dopo aver esercitato questa prima forma di libertà, si tratta di capire che cosa fare delle conoscenze che hai studiato.

“Insegnare storia significa portare in classe ogni giorno gente che ha cambiato il mondo, nel bene e nel male (hai presente Napoleone, Cesare, Franco Basaglia…?): un altro privilegio, perché ai ragazzi stanno simpatici quelli che non hanno paura di rovesciare il tavolo”. Immagine realizzata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.

Tre possibilità: puoi dimenticarle – basta studiare per la sufficienza e fermarsi lì; puoi trasformarle in esperienza – basta tutta la fantasia di cui sei capace (se sei un adolescente, è tantissima!) per immaginare di essere protagonista di quella rivoluzione, di quella battaglia, di quella sconfitta…; puoi usarle come tirapugni in un allenamento quotidiano per diventare grande – basta indignarsi quando lo ritieni opportuno, soffrire con chi soffre e gioire ogni volta che si può.

Sembra utopia, vero? Sembra un inganno.

Eppure, questo è quel che succede. Non tutti i giorni, non con tutti gli studenti. Capita forse una volta sola in un anno intero, o con un solo studente in una classe che sto accompagnando da anni, oppure capita senza che io lo venga a sapere.

Succede che un adolescente scelga di sporcarsi il cuore con la verità di quel che è accaduto davvero nella storia e lascia perdere per un’ora l’inganno di quel che accade solo su TikTok. Da qui, è poi un attimo perché si renda conto che la storia non si ferma e continua oggi a Lampedusa,  al supermercato, in un reparto d’ospedale e dentro casa.

Succede di imparare la libertà attraverso la sottomissione a un libro da studiare, al giudizio di un insegnante, a un turno da aspettare mentre si dialoga, a un punto di vista diverso da rispettare.

– Diletta Vignati

“Succede di imparare la libertà attraverso la sottomissione a un libro da studiare, al giudizio di un insegnante, a un turno da aspettare mentre si dialoga, a un punto di vista diverso da rispettare.”

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