Riflessioni su bene, male, libertà e verità
Bene. Male. Libertà. Sottomissione. Verità. Inganno.
Assurdo dover dividere in due un foglio per dare significati approssimativi a questi termini.
Bene: gentilezza, altruismo, empatia. Male: egoismo, violenza, prepotenza. Libertà: poter essere sé stessi. Sottomissione: annullamento dell’identità. Verità: narrazione oggettiva, opinione, visione critica. Inganno: false idee e informazioni, propri interessi, portare alla propria opinione.
Uno schema quasi chiaro; una vera sfortuna dover buttare all’aria tutte le carte in gioco!
Volevo poter collegare «Bene», «Libertà», «Verità», e di contro «Male», «Sottomissione», «Inganno». Con le sole sei parole scritte su carta bianca, era semplice fare questo lavoro. Affibbiando «definizioni», anche se superficiali, è entrata in campo la logica.
«Bontà e cattiveria, verso cosa ci guidano e quali sono le rispettive cause?», «È possibile trovare un equilibrio?».
Queste sono le due domande sorte spontanee appena gli intrecci si facevano più delineati. Essendo dilemmi che ci portiamo avanti da generazioni e generazioni, mi limito a riportare osservazioni che mi è stato possibile fare nel corso della mia vita.
Il bene segue emozioni e/o concetti, principi, che danno importanza al mondo intorno prima di sé stessi; creare un senso di comunità libera e genuinamente interessata al bene del prossimo. Altruismo, empatia… sensibilità. Le persone buone sono sensibili, hanno la capacità e volontà di comprendere l’altro. In molti casi, non trovando spiegazioni per cui qualcuno dovrebbe fare del male, l’intento diventa scovare motivazioni trasformandole in giustificazioni.
Abilità grandiosa l’empatia: mettersi nei panni dell’altro, peccato ci sia l’enorme rischio di essere pugnalati aprendosi all’altro per ascoltarlo. Il tempo passa, la vita scorre, e ci si ritrova a cercare dagli altri ciò che manca dentro. Non si è riusciti a creare una propria identità forte e strutturata in grado di interfacciarsi con il mondo esterno. Chi invece ha passato anni a costruirsi, essendo egoista, sottomettendo libertà altrui… avrà molto più potere in mano. Chiunque abbia visibilità, potere, influenza, ha sì la possibilità di manipolare il prossimo con strumenti e verità girandoli a proprio vantaggio, ma se osservati con attenzione mostrano contraddizioni derivanti proprio dallo scarso o inesistente dialogo o ascolto con chiunque al di fuori. Prima di costruire e stabilire un’opinione, una strada, una propria persona cresciuta e formata, è essenziale avere una base, esempi, punti di riferimento e scambi con il mondo esterno. Chi ascolta, invece, solo i propri bisogni, guarda solo nella propria casa, si chiude al resto del mondo, non riuscendo quindi mai a capirlo davvero.
Precedentemente, avevo nominato l’«equilibrio». Reputo questa parola un mondo a sé, pieno di possibilità e sorprese in grado di guidarci verso la retta via. Per equilibrio intendo il confine che ci può portare a vivere secondo le nostre regole, secondo i nostri principi e ideali, secondo le nostre passioni, aspirazioni, sogni: un punto d’incontro tra noi e qualunque aspetto esterno. Non a caso ho tenuto per ultima la parola «verità». Credo che ognuno abbia la propria, e forse questa si trova proprio nel riuscire ad osservare, ascoltare e vedere l’altro. Potrebbe essere la chiave dell’equilibrio? Vorrei dare una risposta, ma non posso. Una cosa però la so, e cioè che la propria esperienza porta sempre ad avere una propria opinione, non si è mai del tutto oggettivi o imparziali, ma prima di agire, sarebbe corretto imparare a capire chi si ha davanti; che tutti siamo diversi, ma al contempo tutti dovrebbero avere il diritto di essere ascoltati.
– Lisa Roffeni
“Precedentemente, avevo nominato l’«equilibrio». Reputo questa parola un mondo a sé, pieno di possibilità e sorprese in grado di guidarci verso la retta via. Per equilibrio intendo il confine che ci può portare a vivere secondo le nostre regole, secondo i nostri principi e ideali, secondo le nostre passioni, aspirazioni, sogni: un punto d’incontro tra noi e qualunque aspetto esterno. Non a caso ho tenuto per ultima la parola «verità». Credo che ognuno abbia la propria, e forse questa si trova proprio nel riuscire ad osservare, ascoltare e vedere l’altro. Potrebbe essere la chiave dell’equilibrio? Vorrei dare una risposta, ma non posso. “