L’Africa invisibile: voci spente, fame e indifferenza
Lo sapete che ogni giorno nel mondo muoiono circa 150mila persone? Due terzi per cause legate all’età, almeno nell’Occidente industrializzato. Perché soltanto nei paesi «ricchi» ci sono buone probabilità di diventare vecchi. Anzi, è quasi una certezza, perché il dato globale sale al 90 per cento nell’area europea. Ma non tutti hanno la fortuna di nascere in un Paese benestante. Se guardiamo i dati che arrivano dall’Africa, è meglio sedersi per non restare storditi dalla violenza dei numeri. Fino a mezzo milione di bambini, ad esempio, sopravvive meno di un giorno e questi decessi non sono registrati. Significa che essi non esistono per le statistiche, sono notizie raccolte dalle organizzazioni umanitarie.

Immagine generata dal sistema di Intelligenza Artificiale Bing Image Creator.
Secondo Save the Children, ogni anno 3 milioni di bimbi africani muoiono prima di aver compiuto i cinque anni. Li uccidono la fame, le infezioni, la diarrea, le polmoniti, la mancanza di ospedali, di medici e medicine. La fame, capite? Una cosa che noi non sappiamo più che cosa sia. Tutto ciò avviene ogni giorno. Eppure, quasi nessuno se ne preoccupa: l’Africa è distante, è un altrove su cui i fari dell’informazione sono spesso spenti, quindi anche per noi è un problema scotomizzato, brutto termine per dire che si tratta di qualcosa che eliminiamo senza neppure accorgercene, per non dover fare i conti con la nostra coscienza. Ecco, facciamo in modo che certi argomenti non siano più eliminati dalla nostra coscienza. Sarebbe un bel passo verso un mondo più attento alle disuguaglianze.
– Ugo Savoia
“Se guardiamo i dati che arrivano dall’Africa, è meglio sedersi per non restare storditi dalla violenza dei numeri. Fino a mezzo milione di bambini, ad esempio, sopravvive meno di un giorno e questi decessi non sono registrati. Significa che essi non esistono per le statistiche, sono notizie raccolte dalle organizzazioni umanitarie.”