Umiltà: la chiave per volare alto con i piedi per terra
Basteranno dieci parole per definire la convivenza? Ne scegliamo una sola che racchiude tutte le altre: umiltà. Nel suo significato più vero, che non è quello che abbiamo in mente, cioè, umile uguale a dimesso. Un basso profilo che sfiora il rasoterra. Umile per scelta di sobrietà, o, anche, per mancanza di coraggio. Non è così. L’umiltà è consapevolezza di quello che si vale. La sicurezza in sé stessi. Che, se ce l’hai, non hai bisogno di ostentarla davanti a tutti. Chi è umile è anche altruista, capace di ascolto, responsabile, dignitoso, paziente, rispettoso, libero, democratico e leggero. Sembra la descrizione di un santo. È solo il modello a cui tendere. Così lontano dagli stereotipi che ci vengono proposti. Il contrario dell’umiltà è l’arroganza, la presunzione.

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Due disvalori che paralizzano le relazioni sociali e personali. Ma chi è umile sul serio è capace di interagire anche con questo tipo di persone che confondono la sicurezza con la sicumera. Chi è umile ha i piedi per terra per questo è capace anche di volare alto. Viene in mente re Giorgio VI d’Inghilterra, quello del film con Colin Firth, il sovrano balbuziente che poteva nascondersi sotto la sua corona. E invece ha l’umiltà di accettarsi e migliorarsi il più possibile. L’umiltà che gli ha permesso di affrontare a testa alta, ma mai con alterigia, gli anni bui della guerra. Di uscirne vincitore e di venire amato e ammirato da tutto il suo popolo. Questo perché solo chi è umile è destinato a diventare un vero re.
– Carlo Baroni
” L’umiltà che gli ha permesso di affrontare a testa alta, ma mai con alterigia, gli anni bui della guerra. Di uscirne vincitore e di venire amato e ammirato da tutto il suo popolo. Questo perché solo chi è umile è destinato a diventare un vero re.”