Il re è nudo: mai aver paura del giudizio degli altri e mai fingere

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La B.Liver Amy mostra come il conformismo oscuri la verità e come un bambino, libero dai condizionamenti, la rivela: accettare realtà scomode è difficile, ma solo così possiamo essere davvero liberi.
"Questa favola con il suo tono leggero e quasi comico, è in realtà una critica pungente alla vanità, all’adulazione del potere e alla fragilità dell’opinione pubblica. Dimostra come la verità, per quanto evidente, possa essere ignorata se nessuno ha il coraggio di esprimerla, e come spesso basti uno sguardo puro e disinteressato, come quello di un bambino, per smascherare le illusioni create dalla società". Immagine realizzata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.

La verità invisibile: quando il coraggio di un bambino smaschera l’illusione

La favola I Vestiti Nuovi dell’Imperatore è, a parer mio, ironicamente realista. Esprime concetti apparentemente banali, ma profondamente radicati nella natura umana. Mostra come le persone, per paura del giudizio altrui, siano disposte a credere a qualunque menzogna, anche la più assurda, pur di non apparire sciocche o inferiori agli occhi dell’altra gente. L’ironia sta proprio nel fatto che tutti, compreso l’imperatore, si auto-ingannano per conformarsi alle aspettative sociali, allineandosi alle opinioni di un gruppo ritenuto dominante. Eppure, l’unico a dire la verità è un bambino che, troppo candido per comprendere le dinamiche ipocrite e di potere, si rivela in realtà più maturo dell’intera popolazione di adulti. Perché la maturità non è semplicemente questione di età o di esperienze vissute, ma è la capacità di non dipendere dal giudizio altrui, di avere idee e scelte proprie, libere da logiche conformiste, e di esprimere la verità senza paura delle conseguenze.

Questa favola con il suo tono leggero e quasi comico, è in realtà una critica pungente alla vanità, all’adulazione del potere e alla fragilità dell’opinione pubblica. Dimostra come la verità, per quanto evidente, possa essere ignorata se nessuno ha il coraggio di esprimerla, e come spesso basti uno sguardo puro e disinteressato, come quello di un bambino, per smascherare le illusioni create dalla società.

Possiamo affermare che, un po’ come una matrioska, la verità è sfaccettata: se la osserviamo con superficialità, ciò che ci verrà mostrato sarà solo una realtà distorta di ciò che è l’oggettività, lasciandoci intrappolati nello strato più esterno, quello più fittizio. Solo chi ha il coraggio di andare oltre può scoprire ciò che è autentico, meno illusorio. Forse, per ritrovare questa verità nascosta, basta l’innocenza di un bambino: quella che, in modo brutale ma sincero, ci riporta a una realtà che ai nostri occhi appare drammatica, ma che per un bambino è semplicemente ciò che è. Perché un bambino non conosce le sovrastrutture sociali, non può immaginare che gli adulti abbiano uno stile di pensiero così complicato, così artificioso. Non è influenzato dal bisogno di apparire o di compiacere gli altri; vive con semplicità, qualcosa che gli adulti hanno dimenticato.

Io mi trovo in nell’età in cui si inizia a cercare il proprio posto nella società, in cui ci si affida agli adulti per trovare sé stessi, ma in cui non ci si è ancora completamente dimenticati di cosa significhi essere bambini, di cosa voglia dire non avere paura del giudizio altrui, né la necessità di aderire a un pensiero dominante. Perché, in fondo, ciò che vede un bambino è la realtà davvero: nuda e cruda, senza filtri, senza illusioni. Eppure, crescendo, quella spontaneità si dissolve sotto il peso delle convenzioni, fino a portarci a dubitare persino dell’evidenza. Ci convinciamo che esiste un solo strato di verità, quello che ci viene mostrato e accettato dalla collettività, e smettiamo di scavare più a fondo. Ciò che è ovvio diventa invisibile, e chi prova a rivelarlo rischia di essere ridicolizzato o isolato.

Forse, allora, il vero inganno non è tanto nei vestiti inesistenti dell’imperatore, quanto nella nostra volontà di accettare una realtà comoda e condivisa, piuttosto che affrontare il disagio della verità. E chissà, forse il bambino che ride dinanzi all’assurdo non è solo un simbolo di innocenza, ma l’unica persona che ha il coraggio di essere davvero libera.

– Amy El Kamli

“Forse, per ritrovare questa verità nascosta, basta l’innocenza di un bambino: quella che, in modo brutale ma sincero, ci riporta a una realtà che ai nostri occhi appare drammatica, ma che per un bambino è semplicemente ciò che è. Perché un bambino non conosce le sovrastrutture sociali, non può immaginare che gli adulti abbiano uno stile di pensiero così complicato, così artificioso. Non è influenzato dal bisogno di apparire o di compiacere gli altri; vive con semplicità, qualcosa che gli adulti hanno dimenticato.

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