Ascolto: nessuna voce deve perdersi senza risposta

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La B. Liver Debora riflette sull'importanza dell'ascolto attivo, della comprensione reciproca e del bisogno di riscoprire un contatto autentico con sé stessi e gli altri.
ascolto attivo
"Negli ultimi tre anni ho provato ad ascoltarmi e ho cominciato a farmi tantissime domande, molte ancora senza risposta; mi sono osservata, ho cercato di capire meglio quello che mi fa star bene, quello che mi infastidisce, ciò di cui ho bisogno. Tutto questo mi ha permesso di capire meglio gli altri, di poterli ascoltare smontando i miei pregiudizi e poterli sostenere, nel modo più delicato possibile, nei momenti di bisogno". Immagine creata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator

L’importanza dell’ascolto attivo

Sono fermamente convinta di tre cose: l’ascolto è fondamentale; non si ascolta solo con le orecchie; ognuno ascolta a modo suo. La reiterazione della parola «ascolto» era necessaria per spiegarmi: sbaglio oppure suona ripetitiva? Già, perché ascoltando si presta attenzione ai dettagli. Come la scienza ci ha già dimostrato, si inizia a sentire ancora prima di nascere e, secondo me, impariamo ad ascoltare giorno dopo giorno. Si inizia con le persone che ci circondano, le loro risate, le loro voci, i loro dialoghi; ci si confronta con la natura, con gli animali; si affrontano le città, le culture, le idee.

Credo che in questo periodo stia prevalendo il sentire – forse nato dal desiderio di ricerca di qualcosa che non si riesce a trovare – sull’ascoltare, azione che richiede tempo, pazienza e ci mette in difficoltà. Non è facile ascoltare qualcuno più grande o più piccolo, non è facile ascoltare qualcuno che è in difficoltà o che sta attraversando un momento di fragilità, e non è affatto facile lasciare che siano gli altri ad ascoltarci nei momenti in cui ne abbiamo un inconscio bisogno. Come ho precisato all’inizio, l’ascolto non è compito esclusivo delle nostre orecchie, ma anche degli altri sensi: basta uno sguardo per segnalare la nostra attenzione, una carezza per dimostrare la nostra cura. Questi sono gli aspetti che scarseggiano, probabilmente per la troppa fretta di restare al passo con la vita, ma che devono essere centrali per costruire un mondo dove le persone vivono in ascolto le une delle altre. Quello che però dovremmo iniziare a praticare di più è l’ascolto di noi stessi.

Negli ultimi tre anni ho provato ad ascoltarmi e ho cominciato a farmi tantissime domande, molte ancora senza risposta; mi sono osservata, ho cercato di capire meglio quello che mi fa star bene, quello che mi infastidisce, ciò di cui ho bisogno. Tutto questo mi ha permesso di capire meglio gli altri, di poterli ascoltare smontando i miei pregiudizi e poterli sostenere, nel modo più delicato possibile, nei momenti di bisogno. Praticare l’ascolto quotidianamente può essere una buona soluzione per allenarsi, per divertirsi imparando, ascoltando. Sul tram, in treno, in un negozio, a una festa, in compagnia o in solitudine, in riva al mare o in mezzo al bosco. La cosa importante è che, anche se distratti da mille suoni e richiami, nessuna voce vada perduta.

– Debora Zanni

Sul tram, in treno, in un negozio, a una festa, in compagnia o in solitudine, in riva al mare o in mezzo al bosco. La cosa importante è che, anche se distratti da mille suoni e richiami, nessuna voce vada perduta.

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