La Fondazione Bullone è nata con l’intento di far lavorare i ragazzi/e che, usciti dal periodo critico delle cure mediche, cercano un modo per andare oltre la loro malattia. Non ci interessano i dettagli delle loro patologie, ma il loro potenziale e le loro capacità. Accogliamo questi ragazzi senza giudizi, offrendo loro la possibilità di formarsi e lavorare, specialmente nell’ambito del giornalismo e della scrittura. Le aziende con cui collaboriamo riconoscono il valore aggiunto che questi giovani portano, trasformando le loro esperienze di vita in competenze uniche.
Il 15 maggio abbiamo avuto l’onore di presentare il nostro lavoro alla Camera dei deputati. Invitati da Sofia Segre Reinach, Direttrice Generale della Fondazione, abbiamo raccontato come la Fondazione Bullone sia un ponte tra i giovani e le aziende, promuovendo la diversità e l’inclusione. Questo incontro è stato organizzato grazie alla collaborazione con Edoardo Caprino e Simona Marotta dell’agenzia Bovindo, e con il supporto degli onorevoli Luciano Ciocchetti e Gian Antonio Girelli.
Nel nostro intervento, abbiamo sottolineato l’importanza di un cambio di paradigma nell’inclusione lavorativa. Il nostro presidente Bill Niada ha sottolineato come per noi non basta inserire persone con disabilità in azienda, ma bisogna valorizzare il loro potenziale e offrire loro opportunità di crescita e formazione. Abbiamo presentato esempi concreti delle nostre collaborazioni con aziende come Barilla, Nestlé e Sky, dimostrando come queste partnership non solo migliorino la vita dei giovani coinvolti, ma apportino anche un significativo valore aggiunto alle aziende stesse.
La nostra esperienza quotidiana ci insegna che l’inclusione lavorativa deve essere vista come una risorsa autentica e non come un obbligo. Le aziende devono essere accompagnate a scoprire come integrare queste persone nel modo più efficace possibile, creando un ambiente di lavoro sereno e produttivo. Solo così potremo garantire benessere e qualità nei risultati.
Durante il nostro incontro alla Camera, abbiamo ribadito la necessità di regolamentare e incentivare le collaborazioni tra aziende e non profit, creando linee guida chiare e promuovendo una cultura dell’inclusione. Vogliamo che le aziende vedano in questi giovani non solo persone da assistere, ma veri e propri talenti da valorizzare.
In conclusione, il nostro obiettivo è creare un mondo del lavoro dove ogni individuo possa esprimere al meglio le proprie capacità, imparando uno dall’altro e superando insieme limiti e pregiudizi. Solo così potremo costruire una società davvero inclusiva e prospera.
Ringraziamo tutti coloro che ci hanno supportato in questa iniziativa e siamo orgogliosi di poter continuare a lavorare per un futuro migliore per tutti. Un grazie speciale va a Cristiano Misasi, portavoce per tutti i B.Liver, che ha portato alta la nostra bandiera, attraverso il suo motto di vita: «Sogna, combatti e merita». «Se il destino mi ha portato qui è perché ho sognato con passione, ho combattuto duramente e dunque merito di essere qui», dice Cristiano che poi ricorda una lezione di vita che un giorno Bill Niada diede a tutti i B.Liver: «Se vi invitiamo a partecipare a un progetto, è perché siamo certi che avete le capacità per concretizzarlo. Dovete avere fiducia in noi!»